Auguri di un Santo Natale nel Giubileo Straordinario della Misericordia

“Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro

 e il suo amore per gli uomini, 
 egli ci ha 
salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per 

sua misericordia

mediante un lavacro di rigenerazione 

e di rinnovamento nello SpiritoSanto
 
effuso da lui su di noi   abbondantemente

per mezzo di GesùCristo

salvatore nostro”.(Tt 3,4-6)

 

 

Ai Rogazionisti

 

Alla Famiglia del Rogate

 

Carissimi,

 

                il mio augurio di Natale vi giunge quest’anno in un momento di particolare apprensione per gli eventi preoccupanti che si temono e che, purtroppo, si ripetono con scadenze dolorose, che rinnovano il timore e interrogano la nostra speranza.

 

            Gesù, nella luce che ci giunge dal suo Natale, ci illumina e conforta attraverso la guida del suo Vicario, Papa Francesco, che ci invita a guardare alla Divina Misericordia donandoci il Giubileo Straordinario della Misericordia che si apre oggi, sotto lo sguardo materno della Immacolata Vergine Maria.

 

            L’Anno Santo ci viene presentato con le sue finalità nella bolla di indizione dal Santo Padre: “Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio. Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza”.[1]

 

            La bolla è un meraviglioso inno sulla misericordia del Signore. Il Papa ce la illustra, ci ricorda che il Signore ci chiama a entrare nella sua misericordia e divenire anche noi, uomini e donne di misericordia: “Un Anno Santo straordinario, dunque, per vivere nella vita di ogni giorno la misericordia che da sempre il Padre estende verso di noi. In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio”.[2]  

 

            Padre Annibale, che partecipava con intensa fede agli eventi della Chiesa, in occasione dell’Anno Santo del 1900, consacrato in maniera particolare al ricordo della redenzione, per il Primo Luglio scelse per Gesù il titolo di Redentore e per la Santissima Vergine quello di Corredentrice. Animò con zelo i membri della Pia Opera e i fedeli; stampò un libretto con apposite istruzioni, norme e preghiere; dispose che nelle comunità per tutto l’anno si offrisse la Santa Messa per le intenzioni del Giubileo; si recò a Roma per lucrare l’indulgenza, dopo essersi preparato in ritiro a Pagani, presso i Padri Redentoristi.[3]

 

Il nostro santo Fondatore ci guidi in questo Anno Giubilare perché possiamo accostarci con cuore rinnovato e riconciliato alla sorgente della Misericordia.

 

           

 

Carissimi, il carisma che ci caratterizza sgorga dalla compassione del Cuore di Cristo ed è amore tenero, come ci ricorda Papa Francesco, amore misericordioso. Questo aspetto costituisce per ciascuno di noi un pressante motivo per entrare come rogazionisti nell’Anno Giubilare.

 

            Se avvertiamo questa spinta ideale, carismatica, dobbiamo incarnarla in scelte concrete di vita quotidiana. Consentitemi alcune esemplificazioni che desidero offrirvi nella semplicità della fraternità: - Viviamo il perdono e la misericordia nella comunità religiosa, con gesti concreti; - accostiamoci con frequenza al Sacramento della Riconciliazione, come ci suggeriscono gli articoli 70 e 78 delle Norme; - rendiamoci effettivamente disponibili nelle parrocchie/santuari per il sacramento della Riconciliazione;[4] - testimoniamo e propaghiamo il Rogate come l’opera della Divina Misericordia, che è affidata ai buoni operai dell’Eucaristia e della Riconciliazione;[5] -rafforziamo, nella vita fraterna e nell’apostolato che svolgiamo, la testimonianza misericordiosa, la carità; - evangelizziamo e compiamo personalmente le opere di misericordia corporale e spirituale.[6]

 

           

 

Siamo entrati nel Giubileo Straordinario della Misericordia e, nello stesso tempo, viviamo l’ultima parte dell’Anno della Vita Consacrata, che si concluderà il prossimo 2 febbraio. In quei giorni, quando ci troveremo ai piedi di Gesù Sacramentato per la Supplica all’Eterno Padre nel Nome SS. di Gesù, in unione con le Figlie del Divino Zelo e la Famiglia del Rogate, rinnoveremo il nostro ringraziamento per i doni ricevuti in questo anno benedetto.

 

           

 

Siamo nella fase conclusiva della seconda Visita Canonica alle Circoscrizioni nella quale ho potuto incontrarvi, per rallegrarmi con voi, della vostra testimonianza, e per rivolgervi una parola di conforto e incoraggiamento. Appunto questa parola ho inteso indirizzarvi, nell’Anno della Vita Consacrata, con la lettera circolare Vita Consacrata Rogazionista. In essa ho cercato di indicare elementi per un cammino di rinnovamento continuo nella Chiesa oggi, come un semplice strumento che può aiutarci nel cammino di preparazione al prossimo Capitolo Generale.

 

           

 

Ci rallegriamo dei passi che è stato possibile compiere per la riabilitazione di P. Pantaleone Palma, figura straordinaria di compagno fedele del santo Fondatore, che si è consumato e si è offerto per la Pia Opera. Giustamente la sua salma è stata collocata nel santuario di Sant’Antonio a Oria e si auspica che, se è volontà del Signore, possa avviarsi la sua causa di canonizzazione. Un altro confratello esemplare, per il suo zelo pastorale, è il Servo di Dio, P. Giuseppe Marrazzo, del quale è iniziata la fase romana della causa di canonizzazione. Guardiamo opportunamente anche all’esempio di questi due confratelli nel nostro impegno di conversione.

 

           

 

Andiamo verso il Natale e la guida migliore che può accompagnarci verso la capanna di Betlemme è Maria. Desidero, perciò, concludere questo augurio di Natale con le parole del Papa: “Il pensiero ora si volge alla Madre della Misericordia. La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Nessuno come Maria ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fatto uomo. Tutto nella sua vita è stato plasmato dalla presenza della misericordia fatta carne”.[7]      

 

           

Con questo augurio vi saluto con affetto nel Signore.

(P. Angelo Ademir Mezzari, R.C.J.)                    

Superiore Generale        

 


 

[1] MV 1-2.

 

[2] MV 25.

 

[3] Cfr. TUSINO T., Memorie Biografiche, vol. III, pagg. 47 e 66.

 

[4] MV 17.

 

[5] MV 11.

 

[6] MV 15.

 

[7] MV 24.

 

 

 

 

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