Roma, 8 dicembre 2019
«Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
(Lc 2,10-12).
Ai Rogazionisti
Alla Famiglia del Rogate
Carissimi,
gli Angeli recano il lieto annunzio ai pastori e li invitano ad andare a incontrare il Figlio di Dio che è sceso dal Cielo per venire ad abitare in mezzo a noi. Egli è il nostro Salvatore, è il Cristo Signore.
I pastori sono aiutati nella ricerca attraverso “un segno”, il più incredibile che si potesse immaginare: “un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. È il segno dell’amore, dell’umiltà, della donazione fino all’immolazione.
Anche noi vogliamo compiere questo percorso.
Siamo entrati nel tempo forte dell’Avvento e andiamo verso il Natale del Signore con l’eco del recente sinodo, nel quale il grido dell’Amazzonia è stato ascoltato alla luce della fede e interpella tutti noi a cercare nuovi cammini che rendano possibile un kairós per la Chiesa e per il mondo.
Come Famiglia Rogazionista, durante quest’anno che volge al termine, abbiamo fatto memoria del 150° dell’Ispirazione del Rogate, un’occasione opportuna per riflettere insieme sul valore ecclesiale del nostro carisma di fronte alle sfide di oggi. Ricordiamo le belle giornate di Roma, il 15 e 16 maggio, in San Pietro e al Pantheon; la sosta in adorazione nel luogo dell’Ispirazione, la chiesa di S. Giovanni di Malta, il 17 ottobre, in occasione della Conferenza dei Superiori di Circoscrizione; inoltre, l’interessante seminario sulla pedagogia rogazionista del 20 novembre, a Brindisi. Siamo chiamati a vivere per il Rogate e a tener vivo il Rogate nella Chiesa.
Il carisma del Rogate, nella realtà quotidiana, per noi si incarna nella nostra Regola di Vita. Le celebrazioni e commemorazioni ci aiutano a riflettere, a compiere il dovuto discernimento e la verifica sul nostro cammino. Ma la Parola del Signore, che ci raggiunge in modo particolare attraverso la pericope del Rogate, tende a divenire concretamente guida sul nostro cammino.
Su questa base della Regola di Vita, consegnataci dalla Chiesa e che abbiamo ricevuto nel momento della nostra professione religiosa, siamo chiamati a costruire la nostra vita fraterna di comunione. A volte abbiamo difficoltà a mettere insieme le nostre forze e talenti per il bene comune, ad ascoltarci in un leale confronto costruttivo, a lasciar perdere pregiudizi e chiacchiere che possono creare disagio alla nostra fraternità.
La carità fraterna ci chiama ad essere misericordiosi come è misericordioso il nostro Padre del Cielo e ad avere una cura premurosa verso i confratelli, specialmente verso coloro che sopportano i disagi dell’anzianità o la prova della malattia.
Gesù Bambino “adagiato in una mangiatoia” e circondato dagli umili pastori ci dice con molta chiarezza che la nostra carità deve renderci attenti e presenti accanto agli ultimi della società nel territorio dove viviamo ed operiamo. Direi che dobbiamo “abitare col cuore” il territorio. Questo richiamo e questa evangelica testimonianza riceviamo ogni giorno da Papa Francesco.
Un testimone fedele, tanto caro per molti di noi, è stato P. Giuseppe Aveni. Di recente la Congregazione per il Culto dei Santi ha concesso il Nulla Osta perché nelle Filippine si avvii l’inchiesta diocesana.
La visita alla Congregazione, che continuerò durante i prossimi mesi, nella Quasi Provincia San Tommaso e poi nella Provincia San Matteo, mi consente di sperimentare la gioia della fraternità e di trasmettere l’incoraggiamento a proseguire nel nostro cammino con fedeltà alla vocazione ricevuta.
Con i Superiori e Consigli di Circoscrizione, nella recente Conferenza tenuta a Messina in ottobre, abbiamo compiuto un utile confronto su alcune problematiche della nostra vita di Congregazione. Abbiamo rilevato l’esigenza di incontrarci nuovamente, questa volta soltanto con i Superiori di Circoscrizione, per portare avanti il discernimento avviato e, pertanto, ci ritroveremo a Roma dal 17 al 21 febbraio 2020. Compiremo il discernimento sul tema particolare del prossimo Capitolo Generale. Rifletteremo insieme, in particolare, circa lo scambio del personale, la destinazione di alcune strutture, il consolidamento delle presenze missionarie e la prospettiva di qualche nuova apertura o chiusura, la situazione economico amministrativa e la valorizzazione dei Laici del Rogate nelle sfide che ci vedono impegnati come Congregazione, in vista del primo Simposio Internazionale del Laicato Rogazionista previsto per il luglio 2020. L’incontro vuole essere un momento di “sinodalità” nel governo della nostra Famiglia Religiosa.
Il mio augurio più sentito vuol raggiungere ciascuno di voi, cari confratelli, le Consorelle Figlie del Divino Zelo, le Missionarie Rogazioniste che recentemente hanno rinnovato il Governo dell’Associazione, i Laici, in particolare quanti sono provati dalla malattia o dalla sofferenza. La vicinanza al Signore, alla Vergine Maria, e la comunione con i fratelli e le sorelle ci ottengano il conforto, la pace e la gioia del Natale.
Ci concedano questa grazia Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù, per l’intercessione dei nostri Celesti Patroni e del Santo Fondatore.
In unione di preghiera vi saluto con affetto nel Signore. Buon Natale!
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(P. Bruno Rampazzo, R.C.J.)
Sup. Gen.
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