Il Nostro Fondatore

Sant’Annibale Di Francia nacque a Messina il 5 luglio 1851 da una famiglia della nobiltà cittadina. Giovanissimo, mentre era in adorazione dinanzi all’Eucaristia, sentì chiara la vocazione al sacerdozio, che egli stesso definì “improvvisa, irresistibile, sicurissima”. Tale chiamata si sviluppò e crebbe nella piena comprensione della primaria importanza della preghiera per le vocazioni prima  che la scoprisse nel comando di Gesù, riportato nel Vangelo: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi.  Pregate dunque il Padrone della messe perché  mandi operai nella sua messe  (Mt 9, 37-38; Lc 10, 2).


Annibale era ancora Diacono quando un  incontro provvidenziale  con un mendicante lo portò alla scoperta drammatica delle “Case Avignone”, il quartiere più povero e malfamato di Messina,  ritenuto da tutti  “terra maledetta” perché costituiva un covo di ogni miseria morale e materiale. Dopo l’ordinazione sacerdotale (16 marzo 1878), ottiene dal suo Vescovo di stabilirvisi, facendone il campo del suo apostolato di promozione umana e di evangelizzazione di quella povera gente,  volendo così condividere la compassione di Cristo per quelle folle stanche e abbandonate come gregge senza pastore (cf. Mt 9, 36).  Fu proprio lì che il  Di Francia  iniziò  le opere  di soccorso e di educazione  dell’infanzia e della gioventù maschile e femminile, fondando gli Orfanotrofi Antoniani  per accogliere e promuovere “civilmente e religiosamente”, come ci teneva a sottolineare, i più bisognosi. Per mantenerli egli, di famiglia nobile, si fece mendicante, andando di porta in porta a chiedere aiuti e sovvenzioni. Tali Istituti  poi  si svilupparono  in laboratori di arti e mestieri, collegi, centri di formazione professionale, colonie agricole  e scuole di ogni  tipo.

 

Sacerdote zelante, poeta prolifico,  giornalista  battagliero,  predicatore  dalla  parola  facile  e convincente, Padre Annibale  nella sua vita terrena ha saputo conciliare in un unico termine il binomio azione-contemplazione, mostrando la sua completezza di uomo spirituale, attivo ed instancabile,  ma dotato di una intensa capacità contemplativa. Coltivò e predicò l’amore per la parola di Dio, per l’Eucaristia, per la Vergine Maria, per i Santi e la Chiesa, manifestando verso il Papa  ed  i Vescovi  uno spirito di obbedienza e di particolare rispetto  fino alla venerazione.

Tormentato dal pensiero che nel mondo vi erano milioni e milioni di persone bisognose di pane materiale e spirituale, afflitto per la scarsità di anime generose che si dedicassero alla loro salvezza spirituale e materiale, il Di Francia  trovò la risposta nel comando di Gesù: Pregate dunque il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe, convinto che le vocazioni dei nuovi apostoli sono dono di Dio e frutto della preghiera. Egli, già d’allora, considerò operai della messe non soltanto i sacerdoti ed i consacrati, ma anche tutti coloro che sono chiamati ad  impegnarsi in attività  a beneficio del  prossimo nella chiesa e nella società: genitori, insegnanti, governanti.

Il  Rogate (la preghiera per le vocazioni) divenne il programma della sua vita, “idea-risorsa e chiodo fisso”  per  tutte le sue opere.  Attratti dal suo carisma, uomini e donne  si unirono a lui. Padre Annibale fondò le due Congregazioni delle Figlie del Divino Zelo (1887)  e  dei Rogazionisti (1897),  che esprimono con un quarto voto l’impegno di pregare e di agire in attività specifiche per le vocazioni con centri di spiritualità, di discernimento e di promozione vocazionale,  con attività editoriali  e  con seminari.

L’esperienza spirituale di Padre Annibale e la sua speciale missione sono oggi condivise anche da numerosi laici, uomini e donne, che si impegnano a vivere lo spirito del “Rogate” nella Chiesa in forma privata o associata. Tra le diverse associazioni laicali vi è quella delle  Missionarie Rogazioniste, costituita da donne che vivono la consacrazione nel mondo attraverso la professione dei consigli evangelici e del quarto voto del Rogate.

Il  Di Francia, nell’impegnarsi ed impegnare alla preghiera per le vocazioni, tende a fare comprendere  che chi domanda al Signore di provvedere la sua Chiesa di operai della messe,  chiede non soltanto che essi siano numerosi, ma soprattutto che siano santi.  Inoltre, egli insinua che chi prega per le vocazioni deve mettersi in prima persona in ascolto di Dio che chiama,  pronto a dire: “Eccomi, Signore, se vuoi, manda me”.

Perciò, Padre Annibale, chiamato a ragione “vero padre degli orfani e dei poveri”, volle che i membri degli Istituti da lui fondati esprimessero concretamente il loro impegno per le vocazioni facendosi essi stessi operai della messe  preferibilmente a favore dei piccoli e dei poveri in tutte le possibili  attività di carità spirituale e materiale: orfanotrofi,  scuole, istituti professionali,  centri per portatori di handicap.

Il Di Francia, pur essendo un uomo di azione, visse in un crescente ed eroico esercizio di tutte le virtù cristiane, che convogliava  nello zelo per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime. Innamorato a sua volta di Cristo, suo motto e sua esortazione era:  Innamoratevi di Gesù Cristo.

Padre Annibale, bruciato dall’amore di Dio e del prossimo, spende la sua vita  nell’adoperarsi instancabilmente affinché si obbedisca al comando di Gesù: Pregate dunque il Padrone della messe  perché mandi operai nella sua messe.  Perciò compone, stampa e diffonde preghiere a tale scopo in varie lingue. Sollecita Papi e Vescovi a farsene maggior carico. Istituisce per la Gerarchia la Sacra Alleanza sacerdotale e per i laici la Unione di preghiera per le vocazioni.  Impegna i suoi figli e figlie spirituali affinché, con tutti i mezzi a disposizioni, si adoperino a far sì che questo spirito di preghiera divenga “incessante ed universale”. Il suo anelito ha trovato finalmente la massima  rispondenza ecclesiale nella  Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni,  istituita da Paolo VI nel 1964.

Logorato dalle fatiche e pieno di meriti, si spense a  Messina il 1° giugno 1927, confortato dalla visione della Vergine Maria, sempre da lui amata, lodata e venerata. L’espressione  più ricorrente,  ascoltata durante e dopo i funerali,  fu:  “E’ morto il Santo”.

La Chiesa onora Annibale Di Francia  con il titolo di “insigne apostolo della preghiera per le vocazioni”.  Giovanni Paolo II, che lo ha proclamato Beato il 7 ottobre 1990,  lo  ha dichiarato  “autentico anticipatore e zelante maestro della moderna pastorale vocazionale”,  e  il  16 maggio 2004 lo  ha iscritto  nell’albo dei Santi.

trace affiliate link | Nike Releases, Launch Links & Raffles

Indirizzo Contatto
Congregazione dei Padri Rogazionisti del Cuore di Gesù
Via Tuscolana 167, Roma 00182 - Italia
Tel. 067020751
© 2023 xxxxx