Si celebra con particolare solennità in tutta l'Opera rogazionista la festa di sant'Antonio di Padova, il taumaturgo per eccellenza, che Padre Annibale ha eletto a speciale patrono. In tutte le parti del mondo dove vivono ed operano i Rogazionisti, la festa è prepatata con una solenne novena di preghiere e cantici a dimostrare perenne gratitudine verso il santo padovano che provvede del suo pane gli orfani ed i poveri. Molto bello il tratto di un discorsetto che sant'Annibale scrisse e fece leggere ad Enna ad una suora Figlia del Divino Zelo il 1925, nel quale illustra in maniera chiara ed inequivocabile i rapporti di sant'Antonio con l'Opera della Rogazione Evangelica, gli orfanotrofi e la grande risosa del Pane dei poveri.
«Ecco il gran taumaturgo di Padova, ecco l’universale benefattore degli orfani e dei poveri abbandonati, ecco colui al quale il divino Infante, il Figlio di Dio che lo vezzeggia, pare gli abbia detto: Antonio, io nacqui nella stalla ed operai l’umana Redenzione. Ecco un’Opera mia che a mia somiglianza, nacque nella mia stessa povertà, tra i tuguri dei miei poverelli, io voglio operare con essa una nuova redenzione di tanti bambini dispersi e pericolanti. Ne do a te l’incarico, ti affido per essa tutti i miei tesori spirituali e temporali. I suoi orfanotrofi porteranno il tuo nome e si chiameranno Orfanotrofi Antoniani. Tu resti così impegnato a far valere la tua potente intercessione presso di me e presso la Madre mia a favore di tutti quelli che in qualunque parte del mondo volgeranno a Te gli sguardi in questi Istituti e imploreranno le preghiere di questi tuoi orfanotrofi per qualunque grazia che aspettano, sia anche la più difficile e promettono a tuo onore il pane della vita per questi orfanelli e tu allora disponi delle mie grazie largamente». (Di Francia, Discorsetto, Enna, marzo 1925, in Scritti, vol. XV, p. 64).
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