Nacque il 20 gennaio 1907 a Curinga (Catanzaro).
All’età di sedici anni, il 27 marzo 1924, fece il suo ingresso al Quartiere Avignone, accolto fra gli Orfanelli. Da alcuni anni nutriva un grande desiderio di donarsi al Signore nella vita religiosa, per cui il Padre Fondatore, verificate le sue buone attitudini, il 3 maggio dell'anno seguente, lo ammise, come Probando, tra gli Apostolini. L'8 dicembre 1925 entrò in Noviziato, ricevendo il sacro abito dalle mani del Padre Fondatore, ed il nome di «Omobono di Maria Immacolata», posto così sotto la protezione del santo patrono dei sarti, poiché già prima di entrare in Congregazione era stato avviato in questo mestiere. Emise la prima professione il 29 aprile 1928 e quella perpetua il 29 aprile 1931. Durante i primi anni che seguirono lavorò in sartoria, con gli «artigianelli», e si occupò del guardaroba e della foresteria. Quindi, dal 1931 al 1948, fu assegnato alla assistenza e formazione degli Orfanelli, prima nel nuovo Istituto «Cristo Re» e successivamente nell'Istituto Antoniano di Via S. Cecilia, inaugurato a sei anni di distanza dal primo. Durante questo periodo trascorse due brevi parentesi, di qualche anno, nella Casa di Oria.
Dal 1948 in poi fu sua sede la casa Madre di Messina, impegnato in molteplici attività, nei vari bisogni della Casa, con premurose attenzioni per gli Orfanelli, e nel culto del Santuario, in cui ha svolto l'ufficio di organista fino agli ultimi anni della sua vita.
La città di Messina, che fin dai tempi del Padre Fondatore, ha iniziato ad amare come propri figli gli Orfanelli Antoniani, ha visto puntualmente accanto ai «marinaretti» la loro guida, Fratello Omobono, in talare e con il cappello almeno in mano, sempre affabile, disponibile e gioviale, e lo ha benvoluto nello stesso modo. Egli è divenuto, così, punto di riferimento per molti: se bisognosi per un aiuto o una raccomandazione, se benestanti per compiere, per suo mezzo, un'opera buona e rimanere edificati dal suo esempio di uomo integro e pio, semplice e buono. «Ora che son vecchio - aveva scritto nel 1985 - cerco di rendermi utile esplicando varie mansioni», ed è tornato al Signore il 1 gennaio 1992, logoro dagli acciacchi ma proteso in questa operosità.
Nel 1988, con sua grande sorpresa, aveva ricevuto dal Capo dello Stato l'alto riconoscimento della nomina di «Cavaliere della Repubblica».
Fratello Omobono andava orgoglioso di aver ricevuto il sacro abito dal Padre Fondatore, e di esser stato guarito, per la sua intercessione, quando nel 1934 una grave malattia lo aveva ridotto in fin di vita.
È stato uno dei pochi testimoni che ha deposto ai due processi di Canonizzazione del Padre Annibale.
Possiamo ben dire che egli ha attinto dal Padre Fondatore anche tante virtù, ed in particolare l'amore e la fedeltà alla vita religiosa, l'amore ai piccoli ed ai poveri, la semplicità, l'umiltà, la laboriosità, la disponibilità verso tutti, divenendo un chiaro segno di amore a Dio ed al Prossimo.
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