La preghiera pei confratelli deve abbracciare con ardente carità i nostri confratelli defunti! Come il Padre li ricordava i no-stri cari trapassati! Non dimenticherò mai che, assistendomi nella ordinazione sacerdotale, al memento dei morti, - allora si usava solo il I canone - mi sussurrò all’orecchio: « Ricorda il P. Bonarrigo », che pure era morto da oltre 14 anni. A questo proposito, egli mi dettò, il 16 aprile del 1922, S. Pasqua,
questo trafiletto pel nostro Bollettino: « Le care anime dei nostri trapassati. La comunione dei santi è un articolo della nostra Fede. Quando moralmente possiamo supporre che un nostro caro estinto, vissuto santamente e santamente trapassato, stia a godere la beatifica visione, in certi frangenti della vita, ci rivolgiamo, quasi istintivamente, per invocarlo. Ciò avviene generalmente;alle volte la protezione dei nostri cari, o invocati nel Cielo,suffragati nel Purgatorio, la sperimentiamo in modo sensibile.
« Da più tempo io cercavo alcune carte importanti, ma non c’era verso di trovarle. Mi trovavo in Giardini e, senza speciale ricordo delle dette carte, mi venne in mente di celebrar una divina Messa per l’anima santa del nostro carissimo P. Bonarrigo. Sull’altare, mi balenò un pensiero: - Mi darà egli un segno di aver accettata la Messa? - Ma, replico, non pensavo affatto alle carte. Salito in Taormina, volevo ricettare alcuni cassoni, quando sottomano mi capitarono quelle carte avvolte in una fascetta, dove di carattere del P. Bonarrigo vi era scritto: queste sono le carte tali e tali. Si figuri la mia sorpresa! Non era un segno evidente, che quell’anima santa aveva accettata la divina Messa, e me ne aveva mostrata la gratitudine?
« Come vi è una chiesa trionfante in cielo, militante sulla terra e purgante nel Purgatorio, e siccome formano tutte e tre l’unica Chiesa di Gesù Cristo; così ogni comunità o famiglia religiosa ha i suoi membri in cielo, ne ha a volte nel purgatorio
e ne ha sulla terra. E queste tre porzioni, formano un’unica Comunità religiosa in Gesù Cristo Signor Nostro, e partecipantisi fra di loro i beni immensi della grazia.
« Alle volte io penso che la migliore di tutte le nostre Case è in Cielo, dove vi sono fratelli e sorelle, orfani e orfane; dove, al dire di Nostro Signore, non vi sono maschi e femmine, ma tutti sono come gli Angeli di Dio. Sacerdote veramente congregato ve n’è uno solo, ed è il P. Bonarrigo, il quale mi aspetta di raggiungerlo prima di tutti gli altri.
« Intanto quella casa celeste, sfolgorante del divino Rogate, rivestita perciò anch’essa di una bellezza tutta singolare, che le emana dal divino zelo del Cuore di Gesù, vigila sulle nostre Case, e prega per quanti vi appartengono, aspettando che siamo tutti una sola cosa con Gesù e Maria, come Gesù è col Padre suo ». (L’anima del Padre, 564-565)