100° Anniversario della prima processione in Messina

Il Padre Generale ha inviato una lettera per il 100° Anniversario dell’inaugurazione in Messina della Statua di Sant’Antonio che si venera nel Basilica Santuario e della prima processione (1907 – 13 giugno – 2007)

Ai MM. RR. Superiori

delle Circoscrizioni Rogazioniste

e Alle Comunità Rogazioniste

 
Carissimi Confratelli, 

In questo mese di giugno si stanno svolgendo nella nostra Basilica Santuario di Sant’Antonio in Messina una serie di solenni celebrazioni, per commemorare il 100° anniversario dell’arrivo in città della Statua di Sant’Antonio, che tuttora si venera nel Santuario, con la prima processione in onore del Santo organizzata da Padre Annibale (1907 – 13 giugno – 2007). 

Per l’occasione dalla Basilica del Santo di Padova sono giunte le preziose reliquie di Sant’Antonio che negli ultimi anni stanno girando il mondo intero. Le diverse celebrazioni e tutte le manifestazioni promosse, stanno riscontrando una straordinaria partecipazione di fedeli.  

La ricorrenza centenaria, che i Confratelli della Casa Madre hanno voluto lodevolmente solennizzare per la rilevanza che essa assume nella storia del santuario di Messina e per i numerosi devoti di Sant’Antonio della Sicilia e della Calabria (e non solo) che ad esso fanno riferimento, ha una speciale valenza anche nella storia della Congregazione perché segna un momento particolare degli inizi e dello sviluppo della devozione a Sant’Antonio, caratteristica della nostra Opera. 

L’inizio del culto al Santo di Padova, come sappiamo, è legato al “pane di sant’Antonio”, un autentico “segreto miracoloso” della Provvidenza per gli orfanelli dei nascenti Istituti (vedi P. CIFUNI, Centenario del pane di sant’Antonio, Lettera Circolare, 1988).

Padre Annibale viveva nella fede e nella gratitudine questa presenza benedicente della Provvidenza attraverso l’intercessione di Sant’Antonio. Avvertiva perciò il bisogno di testimoniare con un gesto esterno il suo amore per il Santo e pensò bene di procurarsi una sua bella statua che prendesse il posto del semplice quadro dinanzi al quale si indirizzavano le suppliche degli orfanelli.

Per coinvolgere i fedeli ed in particolare i suoi benefattori, organizzò una colletta spiegando: “Due motivi ci hanno a ciò determinato. In primo luogo, i grandi obblighi di gratitudine che abbiamo verso questo nostro eccelso Protettore; in secondo luogo, le incessanti richieste di preghiere che da ogni parte ci giungono con lettere commoventissime e spesso da muovere le lagrime, per parte dei devoti che aspettano grazie urgenti e importanti! Per questi motivi, noi abbiamo pensato di procurarci una bella ed espressiva “Statua” del glorioso S. Antonio di Padova, intorno alla quale gli orfanelli e tutti i ricoverati che finora hanno pregato innanzi ad una semplice oleografia, con maggior fervore e fede possano elevare le loro suppliche giornaliere per tutti quelli che aspettano le grazie e possano, con santo giubilo, sciogliere inni di ringraziamento per quelli che già le grazie hanno ottenuto”.1

La generosità dei benefattori non si fece attendere e tuttavia le offerte non furono necessarie per lo scopo, perché - come riferisce P. Tusino -  “una pia e nobile signora romana, Caterina Manghi Spada, inviò da Roma un’artistica statua del Santo, opera della ditta Foli, di grandezza naturale, stupendamente bella ed espressiva. Essa giunse a Messina a metà maggio del 1907, ma, per un complesso di circostanze, non poté essere svincolata che parecchi giorni dopo”.2 

Risultarono preziosi i giorni di attesa per lo sdoganamento della statua ed il rinvio del trasporto che fu alla fine fissato per il giorno 13 giugno, perché Padre Annibale poté preparare nel modo migliore, come suo solito, l’evento organizzando una solenne processione che doveva risultare un grande tributo di fede, di gratitudine e di amore, al Taumaturgo di Padova, Sant’Antonio.

Fu la prima giornata antoniana di un popolo, pio e festante, accorso numeroso anche dai paesi vicini. Senza dubbio rimase tale nella mente e nel cuore del Padre e dei tanti devoti che vi parteciparono e che poi, puntualmente, si ritrovarono anche negli anni seguenti per rivivere quell’esperienza di fede. L’atmosfera dell’evento si evince molto bene dalla cronaca che ne fece il periodico di Messina La Scintilla e che possiamo rileggere nelle Memorie Biografiche di P. Tusino (III, p. 439 e ss.).

Commenta lo stesso P. Tusino: “Con l’inaugurazione della statua del Santo, il Padre vedeva confermata la protezione di Sant’Antonio sull’Opera; si apriva anzi per l’Opera un’era nuova, e bisognava profittare della occasione per implorare grazie e misericordie. Era lo stile del Padre”.3 Sempre in merito alla processione egli annota: “Fu questa la prima processione del Santo, che, interrotta per alcuni anni a motivo del terremoto, ha ripreso poi con sempre nuovo entusiasmo delle folle, e oggi ancora è una delle più sentite e devote processioni sacre di Messina, con una marea di popolo, cittadino e forestiero, che accorre a venerare il Santo”.4 

Il 15 agosto successivo, Padre Annibale faceva grata memoria di quel memorabile giorno attraverso la stampa del numero unico “Sant’Antonio di Padova – Dio e il Prossimo”, nel quale informava i benefattori con ricchezza di particolari delle meraviglie di grazia che aveva operato il Signore attraverso Sant’Antonio, mentre anticipava il proposito di dar vita ad un foglio periodico, dal titolo “Dio e il Prossimo”, per tener vivo il rapporto di fede ed il dialogo con gli stessi benefattori. Come di fatto avvenne l’anno successivo. Conosciamo, poi, lo sviluppo notevolissimo che ebbe ben presto questa pubblicazione, e la stessa propaganda antoniana. 

Ci uniamo pertanto di cuore alla Comunità della Casa Madre e ai devoti del nostro Santuario di Messina per celebrare questo centenario. È una provvidenziale occasione per ringraziare il Signore, delle meraviglie operate per l’intercessione del grande Taumaturgo per numerosissimi benefattori e per la nostra Opera.

Padre Annibale affermava: “… dobbiamo a sant’Antonio la nostra esistenza, la felice soluzione di tutte le intricate posizioni in cui questa Pia Opera si andava avvolgendo come in un labirinto, di cui non si vedeva l’uscita! E il grande Santo ci ha fatto uscire al largo, ci ha ottenuto incremento sempre crescente, aiuti spirituali e temporali”.

Illuminati dalla fede del nostro Santo Fondatore, ed edificati dal suo zelo e dalla sua testimonianza, vediamo la divina Provvidenza che assiste ed accompagna la Pia Opera, attraverso l’intercessione di sant’Antonio che il Fondatore ha voluto solennemente venerare. Con Padre Annibale rivolgiamo al Signore la nostra gratitudine di figli.

Nello stesso tempo, con Padre Annibale, rinnoviamo la riconoscenza al nostro principale Patrono, sant’Antonio di Padova, e chiediamo a lui di concederci la grazia di amministrare fedelmente il “pane” che per suo mezzo riceviamo da tanti benefattori per i piccoli e i poveri.

Con Padre Annibale, ancora, guardiamo a sant’Antonio come modello del buon operaio della messe per il suo amore illimitato al Signore e alla Beata Vergine Maria, per l’attrazione verso la sacra Scrittura, per l’innocenza e la purezza della vita, lo zelo missionario e la carità verso gli ultimi. 

Facciamo così memoria di una luminosa pagina della nostra storia e invochiamo ancora la benedizione del Signore per un ulteriore cammino assistito dalla Provvidenza e confortato dalla protezione di Sant’Antonio di Padova. 

Con questi auspici, che affido alla intercessione della Santissima Vergine, saluto tutti con affetto nel Signore 
 

P. Giorgio Nalin, R.C.J.

Superiore Generale

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