Dal 22 al 24 maggio, presso il Salesianum di Roma, in Via della Pisana, si è tenuta l’81ª Assemblea Semestrale dell’Unione dei Superiori Generali, che ha avuto per tema “La leadership nella Vita Religiosa 50 anni dopo il Vaticano II”. Ad essa ha partecipato anche il nostro Superiore Generale, P. Angelo Ademir Mezzari. I lavori sono stati introdotti da P. Bartolomeo Sorge. Riportiamo da “Vidimus Dominum”: “P. Sorge ha parlato dopo il saluto iniziale anzitutto dell’ex presidente USG e attuale nuovo segretario del dicastero vaticano per la vita consacrata, mons. José Carballo, e poi del nuovo presidente USG, p. Adolfo Nicolàs. Mons. Carballo, dopo aver sollecitato i superiori generali a vivere con passione il loro servizio, ha fatto suoi i tre inviti che Benedetto XVI aveva formulato ancora il 2 febbraio 2013: alimentare costantemente la propria fede, saper riconoscere la saggezza della debolezza, farsi pellegrini dello Spirito diventando segni di speranza nella Chiesa e nel mondo di oggi. Ha concluso dichiarando la sua totale disponibilità, nel suo nuovo ruolo, a camminare insieme ai superiori generali. L’invito a lavorare insieme è venuto anche da parte del presidente USG, p. Nicolàs. «Non basta fare cose buone, ha detto, è meglio farle insieme». E un ambito importante in cui muoversi in questa direzione è quello delle numerose istituzioni culturali e universitarie legate strettamente alle congregazioni e istituti religiosi, presenti in Roma. A questo riguardo ha annunciato la costituzione in corso - in stretta collaborazione con il dicastero vaticano dell’educazione cattolica - di un apposito comitato per ripensare il senso di queste strutture sulla base di alcuni criteri di fondo: garantire un livello accademico di eccellenza, motivare la scelta di queste istituzioni romane da parte di studenti stranieri, salvaguardare il carisma dei vari istituti religiosi coinvolti, semplificare tutti gli aspetti amministrativi. A p. Sorge era stato chiesto una messa a fuoco del contesto generale attuale sul versante sociale, ecclesiale e della vita consacrata. Lo ha fatto analizzando, anzitutto, la crisi in atto nella società, una crisi strutturale e non semplicemente congiunturale. Un analogo discorso lo ha fatto anche a proposito della Chiesa. Il regime di cristianità, inaugurato da Costantino, è durato fino al Concilio Vaticano II. Anche se non mancano segni di una Chiesa stanca, umiliata, piena di scandali, nel Concilio ci sono tutte le premesse per la riscoperta di una Chiesa più libera, più povera, caratterizzata da un atteggiamento di servizio e non di potere. In questo contesto sociale ed ecclesiale, anche la vita consacrata oggi ha urgente bisogno di un ripensamento a fondo, in una sapiente riscoperta e attualizzazione dei propri carismi di fondazione. Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti con cinque workshops sull’incontro delle culture (con p. Garcia Paredes), sulla dinamica intergenerazionale (con fr. Joel Palud), sull’ambiente mediatico (con p. Antonio Spadaro), sulla questione ecclesiologica (con p. Franco Imoda), sulla crisi economica (con p. Marco Tasca). Nella celebrazione eucaristica conclusiva della giornata, il prefetto del dicastero vaticano per la vita consacrata, card. J. Braz de Aviz, ha voluto esprimere la sua piena fiducia nel nuovo segretario del dicastero (mons. José Carballo) e l’auspicio di una sempre più fruttuosa e reciproca collaborazione con l’unione dei superiori generali”.
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