Roma, 2 aprile 2013 - Ai Rogazionisti e Alla Famiglia del Rogate
Carissimi, nei prossimi giorni ci apprestiamo a compiere il gesto significativo, della estumulazione, ricognizione e traslazione delle spoglie del P. Pantaleone Palma dal cimitero Verano di Roma al nostro santuario di Sant’Antonio in Oria.
Nel giugno dell’anno scorso, nel presentare la breve biografia di P. Pantaleone Palma, fra l’altro ho rilevato che i Rogazionisti e le Figlie del Divino Zelo attraverso la continua testimonianza di diversi loro membri non smisero di confermare verso di lui simpatia, stima e venerazione. Il breve profilo pubblicato ci ha consentito di guardare con serenità e ammirazione a P. Palma, soffermarci su una pagina dolorosa della nostra storia, vicenda che sempre con maggiore chiarezza appare illuminata dalla sua grande virtù.
Ricordiamo che P. Palma è nato il 15 aprile del 1875, a Ceglie Messapica, Provincia di Brindisi, Italia. Il suo ingresso al Quartiere Avignone, inizialmente in veste di ospite, è sul finire del 1902. Egli fu ben presto colpito dalla figura straordinaria di Padre Annibale, dalle fatiche e difficoltà che da lui venivano affrontate con fede e zelo pastorale, dalla sua carità e dall’ideale della preghiera per i buoni operai. Padre Palma cominciò ben presto ad affiancarlo e a porre in secondo piano il suo iniziale programma di studi specialistici. Non era trascorso un anno e già, attratto da quegli ideali, ottenne di lasciare la propria diocesi e di dedicarsi completamente alla Pia Opera, divenendo il primo e più valido collaboratore di Padre Annibale.
La sua presenza nella Pia Opera è stata veramente provvidenziale. Padre Annibale aveva avviato una molteplicità di opere socio caritative e da parecchi anni anche la Sacra Alleanza e la Pia Unione della Rogazione Evangelica. Intorno a lui era un fiorire di attività che richiedevano menti e braccia. C’erano, poi, i due Istituti religiosi, quello femminile, delle Figlie del Divino Zelo, che si sviluppava in diverse sedi e aveva in Madre Nazarena Majone una fedele discepola e valida collaboratrice di Padre Annibale, e l’altro maschile, che stentava a crescere. Padre Palma divenne ben presto, in questo vasto campo di lavoro, la longa manus di Padre Annibale.
Il 3 agosto 1924, in occasione del 25° di ordinazione sacerdotale di Padre Palma, Padre Annibale parlando di sé in terza persona coglie l’occasione per testimoniare il suo legame con Padre Palma e il ruolo da lui ricoperto nella Pia Opera. Egli scrive:
“L’Iniziatore dell’Istituto trovò in P. Palma il suo fedele compagno, un intimo fratello e figlio spirituale in Gesù Cristo. Avendo in lui constatato un grande zelo per l’incremento della Pia Opera, il Canonico Di Francia non faceva nulla senza associarvi P. Pantaleone. Il Canonico Di Francia e P. Palma furono due anime in una e gettarono la base spirituale ed economica della Pia Opera. Sta scritto nei Libri Santi che il fratello appoggiato al fratello costituiscono una città ferma”.
La storia illuminerà la dolorosa vicenda che si è abbattuta su Padre Palma nell’ottobre del 1932. Il processo promosso dal Sant’Ufficio, a Roma, è durato quasi un anno. La sentenza fu pronunziata il 19 luglio 1933: fu dimesso dalla Congregazione, secolarizzato e sospeso dei sacramenti, con l’obbligo di soggiorno, ossia, segregato alla Scala Santa. In questo luogo, tre anni dopo, il 2 settembre 1935, ha smesso di soffrire. Il processo e la condanna presentano molti punti oscuri. Padre Palma ha subìto tutto con un comportamento edificante, che ha lasciato una profonda impressione in quanti lo hanno conosciuto in quella umiliante esperienza. Ha custodito fino alla fine, con la fede e l’amore del Signore, anche il suo grande legame con la Pia Opera, e nel difendersi ha inteso difendere la dignità del sacerdozio, come aveva appreso da Padre Annibale.
Le sue parole, che indirizza al Papa, sono eco fedele della testimonianza di Padre Annibale, appena riportata: “Dopo avere dato tutte le mie energie spirituali, morali e fisiche alle magnifiche Istituzioni del Canonico Di Francia, di cui ho il vanto di essere stato sin dall’inizio il primo, il più fidato e amato compagno, mi sono visto, all’età di 60 anni, fatto bersaglio di una indegna congiura per ragione di gelosia e a causa dello spirito di intransigenza con cui volli attuare il programma e i criteri direttivi che il Fondatore impresse alle sue Opere. Egli pose in me ogni fiducia; lo dico non per presunzione, ma solo per rilevare il giudizio che il santo Fondatore aveva nei miei confronti e sulla mia fedeltà. Abbiamo vissuto insieme 25 anni, e se, in tutto questo tempo egli non mi allontanò da sé, e mai mi riprese, è certo che non gli avrò dato nessun segno di quelle qualità negative attribuitemi dai miei detrattori. Penso che il trattamento paternamente affettuoso del santo Fondatore nei miei confronti sia stato uno dei più forti motivi della gelosia di cui ora sono vittima. Ad ogni modo se il Fondatore è morto lasciando un documento insigne di stima e di fiducia verso la mia povera persona, nominandomi erede universale dei suoi beni e preferendomi ad ogni altro confratello della stessa Congregazione, ciò stabilisce una presunzione rilevantissima a favore della mia onestà e fedeltà” (24.05.1935).
Conosciamo il gravissimo peso portato da Padre Annibale per tanti anni nella gestione economica delle opere di carità a favore degli orfani e dei poveri, tra l’assillo dei creditori e le incomprensioni e i rifiuti di tanti. Gli si è aperta la via della Provvidenza mediante la protezione di Sant’Antonio di Padova con il “pane degli orfani”. Dietro lo sviluppo straordinario di questa provvidenziale risorsa vi sono le fatiche e l’impegno di tante consorelle e confratelli ma, alla loro guida, l’infaticabile Padre Palma, con il suo intuito, il suo zelo, le sue estenuanti fatiche. Lo sottolinea Padre Annibale in diverse occasioni negli anni 1906 e 1907:
“Il P. Palma con Fr. Giuseppe Antonio fecero viaggi in Sicilia per le due propagande: Rogazione e S. Antonio, con buoni successi! Benedetta la Divina Misericordia!” (…) “Si è molto estesa la propaganda del Pane di S. Antonio di Padova e abbiamo avuto molta provvidenza” [1]. “Abbiamo con noi un altro Sacerdote da più anni molto affezionato con me e con gl’Istituti e fatica moltissimo e che si chiama P. Pantaleone Palma”[2].
Indubbiamente l’organizzazione e la guida delle Segreterie Antoniane è stato l’ambito nel quale Padre Palma ha espresso con maggiore chiarezza le sue capacità organizzative, ma la sua azione di primo collaboratore di Padre Annibale si allargava a tutti i settori della vita e dell’apostolato della Pia Opera.
È commovente verificare che Padre Palma, anche nel vedersi dimenticato, misconosciuto e ingiustamente condannato, ha conservato e confessato fino alla fine un forte legame affettivo e spirituale con la Pia Opera. Molti hanno testimoniato di essere rimasti profondamente colpiti dal suo grande spirito di mortificazione e di illimitata uniformità alla volontà di Dio. A qualcuno egli ha confidato: “Offro tutto per il maggior bene della Congregazione dei Rogazionisti e delle Suore del Divino Zelo del Can. Di Francia”[3].
Alla vigilia della sua morte ha accolto con grande gioia il permesso di riprendere la celebrazione, dichiarando: “Il 6 agosto (festa della Trasfigurazione del Signore) dirò la santa Messa. Dunque ne sia lodato assai il Signore. A nostro Signore tutto è facile. Egli in un momento cambia ogni cosa. Non abbiate paura: bisogna lasciar fare a Lui e a Lui solo. Egli prende ogni piccola cosa e la rende grande come a Lui piace”.
Carissimi, come ricordavo all’inizio, dopo la morte di Padre Palma non sono mancati nei nostri Istituti coloro che hanno conservato per lui affetto, stima e a volte anche venerazione. Non è stato possibile prima d’ora avviare una revisione della sua dolorosa vicenda. Possiamo dire che è rimasto accanto alla Pia Opera, quasi come un estraneo, lui che per la Pia Opera ha consumato tutte le sue forze e ha offerto la sua vita. Il Signore che ci ha salvato con la sua croce, continua a salvarci nella stessa via.
Viviamo uno storico appuntamento nel riportare le spoglie di Padre Palma a Oria. In quella casa egli con intelligenza ed amore ha rilanciato in grande l’opera socio-educativa dopo la terribile prova del terremoto di Messina; in quel santuario, dove ora riposerà, ha sostato in lunghe preghiere.
Noi lo riaccogliamo, e – astenendoci da giudizi su persone e situazioni - chiediamo a Dio di perdonarci per le nostre eventuali responsabilità o errori. Siamo certi che lui non si è mai allontanato dalla Pia Opera e che continua a vegliare su di noi. Fu il primo e principale collaboratore degli Istituti fondati da Sant’Annibale, un uomo e sacerdote pieno di virtù, zelo e sacrificio. Che possa inspirarci ed essere modello nella nostra vita e missione di Rogazionisti.
Questi sentimenti ci accompagnano nel seguente programma che vivremo per la estumulazione, ricognizione e traslazione delle spoglie di P. Pantaleone Palma.
9 aprile - Estumulazione presso il Campo Verano di Roma.
11-17 - Ricognizione.
17 - ore 21.00 - Veglia di preghiera presso la Parrocchia dei Ss. Antonio e Annibale (Roma).
Verrà inviata alle Comunità il testo per una veglia di preghiera perché si possa vivere spiritualmente uniti questo appuntamento.
18 - ore 10.00, presso la Parrocchia di S. Antonio in C.ne Appia, S. Messa presieduta dal Superiore Generale, P. Angelo A. Mezzari.
- ore 11.00, traslazione ad Oria.
Invito ciascuna Comunità a celebrare, possibilmente in questo giorno, una Santa Messa in suffragio di Padre Palma.
19 - ore 11.00, S. Messa nel santuario di S. Antonio in Oria, con la presenza del Vescovo, Mons. Vincenzo Pisanello. La tumulazione, in via provvisoria avverrà nella nostra cappella del cimitero di Oria e in seguito nel nostro santuario.
In conclusione rivolgiamo un grato pensiero alla famiglia Palma che frequentemente ha ospitato e aiutato Padre Annibale. Sappiamo che il Padre Fondatore «per evitare “la tremenda tassa di successione”, sfavorevole alle Opere di Beneficenza privata, aveva maturato l’idea di autorizzare la Famiglia Palma, alias “I Germani Palma”, a comprare tutti i beni materiali dell’opera». Nella stessa circostanza il Padre si esprime in questo modo: «Noi abbiamo due fratelli e due sorelle, sono quattro, e facciamo comprare tutto a loro, e si fanno (anche) i testamenti fra loro. Sono il P. Palma, suo fratello Pietro, le due sorelle Teresa (mia Suora) e Giacinta. Persone sicurissime!»[4]. Il nostro sentito ringraziamento va anche alla famiglia Rossi, che ha accolto e custodito la salma di Padre Palma nella tomba di famiglia e ci ha consentito di compiere la estumulazione e traslazione.
Viviamo questo appuntamento, nella gioia della Pasqua di risurrezione del Signore Gesù, con rinnovato amore alla Pia Opera impetrando dai Divini Superiori larghe benedizioni su noi tutti, per intercessione del nostro fondatore, sant’Annibale Maria Di Francia.
Con questo augurio, vi saluto con affetto nel Signore.
P. Angelo A. Mezzari, R.C.J., Sup. Gen.
Alleghiamo la lettera circolare nelle diverse lingue, la locandina e il pieghevole.
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