Intervento al Sinodo del Padre Generale

Nel pomeriggio del 7 ottobre,
nella quarta congregazione generale del Sinodo, il Superiore Generale,
P. Giorgio Nalin, ha compiuto il seguente intervento:

La dimensione
vocazionale e la Parola di Dio

Beatissimo
Padre,

Fratelli
e sorelle,

l’intervento
intende fare riferimento al terzo capitolo della prima parte dell’Instrumentum
Laboris (Il Mistero di Dio che ci parla) [nn.23-26] dove
si ribadisce l’atteggiamento che deve avere il credente di fronte
alla Parola di Dio. Esso è caratterizzato dall’ascolto: a Dio che
parla è dovuta l’obbedienza della fede e un abbandono libero di se
stessi (cf. DV 5). Vi si esprime, pertanto, la dimensione vocazionale
della Parola di Dio.

1. La dimensione vocazionale
e le sue conseguenze
 

     Consideriamo
la dimensione vocazionale della Parola di Dio secondo una doppia prospettiva:
a) la Parola di Dio è appellante per se stessa, in quanto agisce in
modo efficace nel cuore di coloro che la accolgono; b) la Parola di
Dio contiene figure, storie e riflessioni che raccontano le chiamate
di Dio nei riguardi di personaggi biblici in vista di una missione:
tutte le chiamate hanno come modello l’unica e definitiva vocazione
e missione del Figlio Gesù Cristo, in cui si porta a compimento il
progetto salvifico del Padre.
 

     Occorre
sottolineare come la definizione di «vocazione» ha a che fare con
il divenire della persona umana in quanto tale, dall’attimo della
sua nascita alla conclusione della sua esistenza. Pertanto ciascuna
persona, per il fatto che vive nel mondo, è amata da Dio ed è chiamata
a realizzarsi secondo un progetto di amore che dà senso al proprio
esistere. Secondo la concezione biblica l’uomo «non ha la vocazione»
come fosse un bene di possesso, bensì «deve maturare la propria vocazione»
in una graduale scoperta da compiere in relazione al progetto di Dio.
Da qui l’esigenza di riporre al centro il ruolo della Parola di Dio,
che illumina il cammino vocazionale di ciascuna persona. L’incontro
con la Parola produce alcune conseguenze:

-  Una prima
conseguenza è di tipo antropologico: la Parola donata alla libertà
dell’uomo, definisce l’essere umano come una «identità responsoriale».

-  L’accadere
della Parola pone in evidenza, poi, la valenza teologica in quanto
la Parola di Dio comunicata mediante la Sacra Scrittura apre l’uomo
alla trascendenza di Dio, all’essere stesso del mistero trinitario.

-  La Parola
di Dio, e segnatamente la Sacra Scrittura, assumono un ruolo pedagogico,
educando l’uditore ad ascoltare la Parola, a confrontarsi con il suo
messaggio, a discernere la proposta e a prendere posizione di fronte
a se stesso e alla sua storia.

-  La Parola
inoltre trova nel contesto della preghiera liturgica la sua forma più
alta e profonda. L’accoglienza della Parola implica l’atteggiamento
di accoglienza e di silenzio interiore.

-  La dimensione
testimoniale
della Parola di Dio, infine: essa chiede di essere
declinata non solo all’interno della comunità cristiana, ma nella
missione verso il mondo e nell’evangelizzazione dei popoli.
 

     Emerge,
pertanto, il profilo «vocazionale» della Parola di Dio: che è Parola
rivolta al dialogo con l’uomo. Tale dialogo schiude di fronte all’essere
umano il mistero stesso della propria chiamata alla pienezza. Mediante
la Parola rivelata nella Sacra Scrittura, si coglie la pedagogia di
Dio, che educa gli uomini all’incontro con Lui. Le conseguenze 
spirituali risultano notevoli: l’avvenimento della Parola di Dio implica
la disponibilità del cuore all’ascolto, al silenzio, all’accoglienza
e chiede soprattutto la testimonianza e la missione. L’intero procedimento
si comprende all’interno del processo vocazionale che coinvolge l’esistenza
dell’uomo e il suo desiderio di felicità. In questo senso si coglie
la ricchezza della «categoria vocazionale» e la sua mediazione.
 

2. Alcune prospettive pastorali 

     Le
considerazioni svolte ci permettono di evidenziare alcune prospettive
pastorali (che riporto solo per enunciazioni) che possono essere meglio
tradotte nel cammino ecclesiale e segnatamente nel contesto della vita
consacrata:
 

  1. La necessità
    di ripartire e riproporre la parola di Dio per far riscoprire la propria
    identità;
  2. L’attenzione
    alla pastorale giovanile, segmento sensibile della formazione alla Parola
    e della scoperta vocazionale;
  3. La Parola implica
    soprattutto la testimonianza della vita consacrata nella comunità
    ecclesiale e nel contesto della società
    umana :

     -
a livello della maturità umana

     -
a livello della spiritualità, a cominciare dalla testimonianza del
fondatore e del carisma

     -
a livello dell’evangelizzazione e della
«nuova evangelizzazione»

     -
a livello della preghiera personale e dell’unificazione della vita
interiore

     -
a livello liturgico
 
 

P. Giorgio Nalin 
rcj

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