Mercoledì 17 agosto, nella chiesa parrocchiale dei Ss. Antonio e Annibale Maria di Roma, si sono svolti i funerali del Fr.llo Francesco Percoco. Durante la celebrazione eucaristica il P. Bruno Rampazzo, Vicario Generale, così ha ricordato il confratello:
“Colui che ha risuscitato il Signore Gesù , risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi” (2 Cor. 4,14). Queste parole di San Paolo ispirano la nostra partecipazione alla liturgia Eucaristica che ci vede qui riuniti in preghiera fraterna per l’anima del nostro caro Confratello Francesco Percoco, che il Signore ha chiamato a sé il 15 Agosto alle ore 22,15 dopo una vita di 79 anni di cui 58 come Religioso Rogazionista.
Quando un Confratello che è stato parte della nostra famiglia religiosa, che abbiamo conosciuto e con il quale abbiamo lavorato insieme, che abbiamo voluto bene e che abbiamo ammirato , ci lascia per ritornare alla casa del Padre comune, un senso di tristezza e dolore invade i nostri animi.
E’ come se si fosse rotto qualcosa, ci viene a mancare qualcuno con il quale eravamo abituati a stare insieme; è perciò naturale sentirsi tristi ed addolorati La morte di un Confratello è sempre una perdita per la Congregazione e per la Chiesa.
Ci troviamo qui per dare l’ultimo saluto al Fratello Francesco i cui resti mortali riposeranno nella nostra cappella di Trani aspettando il giorno della resurrezione quando i nostri “corpi mortali saranno riuniti alle nostre anime”. La celebrazione delle esequie prima della sepoltura prevede un rito semplice di commiato, di saluto durante il quale il corpo viene asperso con l’acqua santa e viene incensato, allo stesso modo con cui si incensa l’altare o il libro delle Scritture. Ciò viene fatto per esprimere rispetto per il corpo che è tempio dello Spirito Santo e che ci ricorda del nostro destino finale.
Con la sua morte il Fratello Percoco ha completato il ciclo della sua vita come uomo e come cristiano. Egli è nato 9 Gennaio 1932 a Chiaromonte (Potenza) ed è stato battezzato il 24 Gennaio 1932. San Paolo dice che coloro “che sono stati battezzatti in Cristo Gesù, sono stati battezzati nella sua morte…così che come Cristo è risorto da morte per la gloria del Padre, noi potessimo camminare in novità di vita” (Rom. 6:4). Con la sua morte dunque la sua vita di battezzato per 79 anni ha raggiunto il traguardo. Francesco si trova ora alla presenza del Signore e condivide in pieno la morte di Cristo. Questa condivisione cominciata con il battesimo, continuata con il sacramento della cresima ricevuto il 23 Giugno 1948, si è nutrita ai sacramenti della Confessione ed Eucaristia, e rafforzata nella decisione di seguire il Signore che lo ha chiamato a spendere la sua vita al suo seguito nella famiglia religiosa dei Rogazionisti. Egli è entrato in Congregazione il 16 Settembre 1950 a Trani, novizio con P. Aveni ha emesso la prima professione il 19 Marzo 1953, la Professione perpetua il 19 Marzo 1958; il 18 Marzo 1978 egli ha poi ricordato i suoi 25 anni come Religioso ed il 19 Marzo 2003 il suo cinquantesimo di Professione Religiosa: tre date significative che hanno marcato la vita di un uomo che ha detto “sì” al Signore e che non si è più tirato indietro. E’ rimasto con il Signore sino alla fine della sua vita qui in terra ed ora continua a rimanere con Lui per sempre.
Le Comunità dove Fratello Percoco ha espresso la sua consacrazione al Signore, Trani, Napoli, Messina e Roma presso la Curia Generalizia e poi la Comunità di san Cesareo sono testimoni della bontà, semplicità, dedizione, laboriosità , forte senso di appartenenza, sacrificio, spirito di fede e povertà del nostro caro Fratello Francesco. Chi tra di noi che lo hanno conosciuto non se lo ricorda sempre in movimento con il suo piccolo motocarro con il quale raggiungeva la nostra tenuta nella Cassia o i vari negozi o uffici per sbrigare , per un periodo abbastanza lungo , tutte le faccende della Curia Generalizia. Di giorno spesso lo si vedeva andare da un luogo all’altro con quella bonarietà che lo contraddistingueva e sempre per rispondere ai bisogni della comunità e dei Confratelli. E’ stato proprio nell’ambito del suo servizio giornaliero alla Comunità che un giorno, il 28 Novembre 1988, è stato investito da una macchina che per eccedenza di velocità ed altri motivi lo ha scaraventato con il motocarro ad una distanza di sei metri dopo un impatto molto grave presso la tenuta agricola dei Padri Trappisti di Frattocchie. Entrato in coma è stato ricoverato nell’Ospedale di Ostia prima e poi finalmente, dopo tante peripezie, al Policlinico “Gemelli” in Roma, il 7 Dicembre 1988. Rimane in coma per circa 40 giorni e poi, dopo una lenta ripresa, viene dimesso il 3 Febbraio 1989. Questo incidente ha marcato la sua vita, il suo spirito e le sue relazioni con il mondo circostante. Non sappiamo cosa passava nella sua mente e nel suo cuore una volta vistosi costretto a prendere molte medicine e a sottopporsi a continue iniezioni: sicuramente ha accettato, anche se con tanta sofferenza, ed ha continuato ad andare avanti, abbozzando sempre un sorriso ogniqualvolta avvicinato. Nel frattempo aveva sviluppato una attenzione per le piante con le quali egli instaurava a modo suo lunghi dialoghi. Il 10 Gennaio 2006 è stato trasferito presso la Comunità di San Cesareo dove con tanta cura ed attenzione da parte dei vari Confratelli è stato accompagnato, negli ultimi anni quasi sempre a letto, fino al traguardo della sua vita terrena.
Oggi vogliamo qui ringraziare il Signore per averci dato un Confratello come Fratello Francesco Percoco . Egli è stato un grande lavoratore, instancabile e sempre disponibile a rendere servizi ai Confratelli. Aveva un forte senso di appartenenza alla Congregazione ed uno stile di vita semplice e povero. La bonarietà lo contraddistingueva e il sorriso compromesso poi dall’incidente che lo ha ,in un certo senso, ‘crocifisso’ dal 1988 fino all’altro giorno. Imitiamo e facciamo tesoro del suo esempio.
Le parole che reciteremo nel Prefazio “Signore, per i tuoi fedeli la vita è trasformata non finita” ci riassicurano riguardo alla situazione del nostro Confratello che crediamo è ora alla presenza del Signore per sempre. Rinnoviamo tutti la nostra fede in Gesù che è “la nostra resurrezione e vita”.
A nome del Superiore Generale, P. Angelo Mezzari, e dei Confratelli della Curia Generalizia desidero ringraziare i Confratelli della Comunità di San Cesareo per il prezioso servizio ed attenzione espressa per il Fratello Francesco, mentre esprimiamo le nostre più sentite condoglianze al nipote Giuseppe e famiglia ed a tutti i parenti del Fratello Francesco ed al P. Angelo Sardone, Superiore della Provincia Italia Centro Sud ed ai Confratelli tutti.
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