Il Superiore
Generale, P. Giorgio Nalin, partecipa alla XII Assemblea Generale Ordinaria
del Sinodo dei Vescovi, che ha per tema: “La Parola di Dio nella vita
e nella missione della Chiesa”, e che si tiene in Vaticano dal 5 al
26 ottobre.
Il Sinodo
è l’assemblea dei rappresentanti dell’episcopato cattolico mondiale,
che ha il compito di aiutare con i suoi consigli il Papa nel governo
della Chiesa universale. Questa, che sta per iniziare, vede la partecipazione
di oltre 250 presuli, fra Cardinali e Vescovi. Partecipano inoltre dieci
superiori generali di ordini e congregazioni religiose eletti nell’ambito
della Unione Superiori Generali, e fra questi vi è il nostro Padre
Generale. Vi sono inoltre collaboratori della Segreteria generale, uditori
ed uditrici.
Qui riportiamo
il discorso pronunciato venerdì, 3 ottobre, in Sala Stampa vaticana,
da Mons. Nikola Eterović, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi,
durante la presentazione della XII Assemblea Generale Ordinaria del
Sinodo dei Vescovi, che si terrà in Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2008
sul tema: "La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa".
I) Introduzione
"In principio era il
Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio" (Gv
1, 1). Questa è la prima citazione biblica dell’Instrumentum
laboris,
presa dal Prologo del Vangelo di San Giovanni. Essa permette di volgere
uno sguardo al mistero eterno di Dio Uno e Trino che nella pienezza
dei tempi ha voluto rivelare agli uomini la sua vita nascosta da secoli
e da generazioni (cf. Col 1, 26). Nella sua bontà infinità,
Dio Padre non ha solamente parlato tramite la creazione, effettuata
per mezzo del Figlio diletto (cf. Col 1, 16). Egli ha voluto
parlare ai padri anche per mezzo dei profeti (Eb 1, 1) che sono
stati ispirati dallo Spirito Santo. Negli ultimi tempi, poi, Dio Padre
ha parlato a tutti per mezzo del suo Figlio "che ha costituito
erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo"
(Eb 1, 2). Il Verbo fatto carne venne ad abitare in mezzo ai
suoi (cf. Gv 1, 14). Incarnandosi, il Verbo eterno entrò nel
tempo e nello spazio, categorie proprie della condizione umana. Infatti,
concepito per opera dello Spirito Santo e nato dalla Vergine Maria,
Gesù Cristo è diventato in tutto simile agli uomini eccetto nel peccato
(cf. Eb 4, 15). Ha pertanto dovuto esprimersi in modo umano,
tramite gesti e parole che sono narrati nel Nuovo Testamento, soprattutto
nei Vangeli. Ma anche le Scritture dell’Antico Testamento (la Torah,
i profeti e gli scritti sapienziali) gli rendono testimonianza (cf.
Gv 5, 39). Il Signore Gesù, che ha parole di vita eterna (cf.
Gv 6, 68), insegna ciò che ha imparato dal Padre che lo ha inviato
al mondo (cf. Gv 14, 24). "Infatti colui che Dio ha mandato
proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura" (Gv
3, 34). Nella persona di Gesù Cristo le parole e i gesti si intrecciano
e completano nel rivelare il mistero di salvezza compiuto dal Verbo
fatto carne, dalla Parola d’amore vissuta sino alla fine (cf. Gv
13, 1), fino al sacrificio della croce, quando il Figlio obbediente
consegnò il suo spirito a Dio Padre (cf. Lc 23, 46). Quando
non poté più parlare, continuò a rivelare l’abisso dell’amore
di Dio per gli uomini versando il suo sangue per molti, in remissione
dei peccati (cf. Mt 26, 28). Dal suo fianco trapassato con la
lancia, "uscì sangue e acqua" (Gv 119, 34), simboli
del Battesimo e dell’Eucaristia, sacramenti che segnano l’inizio
e il culmine della vita cristiana. La rivelazione del Signore Gesù
ha raggiunto l’apice nel mistero pasquale: nella passione, nella morte
e nella resurrezione. Egli, glorificato ed asceso alla destra di Dio
Padre, è presente in vari modi in mezzo ai suoi fino alla fine del
mondo. Secondo la sua volontà, il Signore risorto continua ad esser
presente nella Chiesa soprattutto per mezzo del Pane della Parola e
dell’Eucaristia.
Tale grande mistero di salvezza
è affidato alla Chiesa come il tesoro più prezioso da celebrare e
da vivere, come pure da annunciare fino alla fine dei tempi. Pertanto,
è del tutto logico che l’Instrumentum
laboris si
concluda con il mandato del Signore Gesù risorto, secondo la versione
dell’Evangelista Marco: "Andate in tutto il mondo e predicate
il vangelo ad ogni creatura" (Mc 16,15). Tra questi
due poli, il riferimento al Verbo eterno e il mandato missionario della
Chiesa, si situa la ricca riflessione del Documento di lavoro della
prossima assise sinodale sulla Parola di Dio, sulla sua importanza capitale
sia per la vita della Chiesa sia per la sua missione nel mondo contemporaneo.
II) Procedura sinodale
L’Instrumentum
laboris, che
oggi viene presentato, rappresenta una tappa importante nella preparazione
dell’Assemblea sinodale che avrà luogo nella Città del Vaticano
dal 5 al 26 ottobre 2008. Si tratta di un processo lungo ed esigente,
risultato della collaborazione dei Vescovi del mondo intero, membri
dell’unico collegio episcopale con a Capo il Vescovo di Roma, il Santo
Padre Benedetto XVI.
Infatti, l’iter della preparazione
sinodale ha avuto l’avvio con la pubblicazione, avvenuta il 6 ottobre
2006, del tema della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei
Vescovi: La Parola di Dio nella vita e nella missione
della Chiesa. Precedentemente, per incarico del Romano Pontefice,
la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi aveva fatto una consultazione
presso l’episcopato cattolico chiedendo di indicare gli argomenti
più attuali per l’intera Chiesa che secondo loro avrebbero potuto
essere affidati alla discussione sinodale. La Parola di Dio, tema segnalato
da vari punti di vista, è stata la proposta preferita dai Vescovi che
Sua Santità Benedetto XVI ha benevolmente accolto. Valendosi della
collaborazione del Consiglio Ordinario, e coadiuvata da alcuni esperti,
la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi ha in seguito preparato
i Lineamenta, Documento che ha per scopo di facilitare
la riflessione sull’argomento prescelto per l’approfondimento dell’Assemblea
sinodale. I Lineamenta, pubblicati il 27 aprile 2007, in
8 lingue (latino, francese, inglese, italiano, polacco, portoghese, spagnolo e tedesco), contenevano anche delle domande
assai puntuali con le quali si intendeva promuovere l’approfondimento
a livello capillare sul tema sinodale. Il Documento è stato inviato,
come di consueto, ai 13 Sinodi dei Vescovi delle Chiese Orientali Cattoliche
sui iuris, alle 113 Conferenze Episcopali, ai 25 Dicasteri della
Curia Romana e all’Unione dei Superiori Generali. Tali organismi dovevano
favorire la riflessione a livello delle strutture locali (metropolie,
diocesi, parrocchie, movimenti, associazioni, gruppi di fedeli, ecc.),
sintetizzare i loro contributi e far pervenire le risposte alla Segreteria
Generale del Sinodo dei Vescovi entro il mese di novembre 2007. Il Consiglio
Ordinario della Segreteria Generale ha studiato l’abbondante materiale
pervenuto che è stato sintetizzato nel presente Documento. Esso, in
qualche modo, riflette la percezione a livello della Chiesa universale
della portata del tema della prossima Assemblea sinodale. Al riguardo,
occorre segnalare un grande interesse per l’argomento, dimostrato
anche dal fatto che i Lineamenta sono stati tradotti in lingua cinese
ed araba. L’Instrumentum
laboris permette
di constatare i grandi frutti del rinnovamento biblico che hanno avuto
notevoli influssi nel campo liturgico, catechetico, esegetico, teologico
e spirituale in seguito alla promulgazione della Costituzione dogmatica Dei Verbum del 18 novembre 1965, 43 anni fa.
Negli anni successivi, inoltre, sono stati pubblicati importanti Documenti
sul tema, tra cui occorre menzionare Il Catechismo della
Chiesa Cattolica
e il suo Compendio, come pure due Documenti della Pontificia
Commissione Biblica: L’interpretazione
della Bibbia nella Chiesa
e Il popolo ebraico
e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana.
III) Scopo dell’Assemblea
sinodale
Nella parte introduttiva dell’Instrumentum
laboris si
indicano, tra l’altro, le attese comuni che provengono dalle risposte
delle Chiese particolari, come pure la finalità del Sinodo. La riflessione
sinodale dovrebbe favorire la conoscenza e l’amore della Parola di
Dio che è viva, efficace e penetrante (cf. Eb 4, 12), allo scopo
di riscoprire la bontà infinita di Dio che si rivela all’uomo come
ad amico, si intrattiene con lui e lo invita alla comunione con sé
(cf. DV 2). Inoltre, per mezzo della Parola di Dio si auspica
di rafforzare la comunione ecclesiale, fomentare la vocazione universale
alla salvezza, rinvigorire la missione ai vicini ed ai lontani, rinnovare
la fantasia della carità cercando di contribuire a trovare soluzioni
ai tanti problemi dell’uomo contemporaneo che ha fame sia del pane
sia di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (cf. Mt 4, 4).
Più concretamente, lo scopo del Sinodo, secondo l’Instrumentum
laboris, è
soprattutto d’indole pastorale e missionaria. Ovviamente ogni riflessione
ecclesiale deve essere ben fondata su aspetti dottrinali. Pertanto,
è importante fare un essenziale riferimento teorico, cercando
di chiarire maggiormente gli aspetti fondamentali della verità sulla
Rivelazione: sulla Parola di Dio, sulla Tradizione, sulla Bibbia, sul
Magistero, che motivano e garantiscono un valido ed efficace cammino
di fede. Su tale base solida si fondano, poi, ragioni di natura pastorale:
stimolare l’amore profondo per la Sacra Scrittura affinché i fedeli
abbiano largo accesso ad essa (cf. DV 22); praticare maggiormente
la Lectio divina, debitamente adattata alle varie circostanze.
In tale contesto appare vitale riscoprire il nesso tra la Parola di
Dio e la liturgia che ha il punto culminante nella celebrazione della
Santa Messa. Al riguardo, è indicativo che nell’Instrumentum
laboris siano
spesso riportate le Incidenze pastorali, suggerite dai Vescovi,
Pastori del gregge che è stato affidato alle loro cure. Per far vedere
quanto bisogna fare in tale campo, è sufficiente ricordare che la Bibbia
è tradotta in 2.454 lingue, mentre nel mondo vi sono fino a 6.700 lingue,
di cui 3.000 sono considerate come principali. La Bibbia è il libro
più tradotto e diffuso nel mondo ma, purtroppo, non è molto letto.
Secondo le recenti indagini del Gfk-Eurisko, solamente il 38 % degli
italiani praticanti avrebbe letto un brano biblico negli ultimi 12 mesi.
La percentuale scende al 27 % se si prende in considerazione la popolazione
italiana adulta. La maggioranza dell’oltre 50 % considera la Sacra
Scrittura difficile da intendere, in Italia e in altri Paesi consultati.
Ovviamente, la gente ha bisogno di essere introdotta e guidata ad una
intelligenza ecclesiale della Bibbia.
Il Sinodo si propone di ripresentare
l’unità tra il pane della Parola e dell’Eucaristia, tra la liturgia
della Parola e dell’Eucaristia, che sono così unite tra di loro da
formare un’unica mensa del Pane di vita (cf. DV 21). Il motivo
liturgico appare essenziale, sorgente della vita cristiana orientata
alla carità e alla missione. Infatti, la Parola di Dio è all’origine
di una chiamata. Indirizzata a molti, per la grazia dello Spirito Santo,
essa crea comunione, ispira iniziative di carità operosa in favore
dei poveri e dei bisognosi di beni materiali e spirituali e, per il
suo proprio dinamismo, apre i cuori alla missione affinché ciò che
il cristiano ha ricevuto gratuitamente lo condivida con gli altri. Pertanto,
la prossima Assemblea sinodale avrà due importanti punti di riferimento.
Il primo è il precedente Sinodo sull’Eucaristia e il secondo è l’Anno
Paolino che incomincerà il 29 giugno, 4 mesi prima della celebrazione
sinodale. Il ricordo di San Paolo, Apostolo delle genti, non mancherà
di suscitare un rinnovato slancio missionario della Chiesa a beneficio
dell’umanità intera. Il centro di tale dinamismo rimane la celebrazione
dell’Eucaristia domenicale, fonte e culmine della vita e della missione
della Chiesa. Dopo la riflessione sulla liturgia dell’Eucaristia è
logico approfondire la liturgia della Parola, parte integrante della
Santa Messa, memoriale, sacrificio e convito delle nozze dell’Agnello
immolato per la salvezza degli uomini. Del resto, l’Esortazione Apostolica
Postsinodale Sacramentum Caritatis ha dedicato i Numeri 43-46 alla Liturgia
della Parola. Tale tema sarà, dunque, ripreso e approfondito ulteriormente.
IV) Struttura dell’Instrumentum
laboris
L’Instrumentum
laboris è
diviso in tre parti, riprendendo quasi letteralmente il tema dell’Assemblea
sinodale: 1) Il Mistero di
Dio che ci parla;
2) La Parola di
Dio nella vita della Chiesa;
3) La Parola di
Dio nella missione della Chiesa.
Ovviamente, vi è una parte introduttiva, con indicazioni preliminari
utili, e la conclusione in cui sono riportate le idee portanti del Documento.
1) La prima parte, Il Mistero di Do che ci parla,
è divisa in tre capitoli. Nel primo si cerca di spiegare il contenuto
del termine Parola di Dio che assume notevole ampiezza nella
Rivelazione divina. Il Documento elenca 7 significati che sono diversi
ma complementari. Pertanto, la Parola di Dio è come un canto armonioso
a più voci. Tutte conducono a Gesù Cristo, Verbo incarnato, espressione
piena e perfetta della Parola di Dio. Per la volontà di Dio Uno e Trino,
la Parola di Dio è affidata alla Chiesa che pertanto diventa, in un
certo modo, sacramento della Parola di Dio.
Il secondo capitolo è dedicato
al tema dell’ispirazione e della verità della Sacra Scrittura, come
pure del suo rapporto con la Parola di Dio. È lo Spirito Santo che
ha ispirato gli autori sacri e che garantisce l’unità della Scrittura,
composta da 73 libri, 46 dell’Antico e 27 del Nuovo Testamento. Lo
Spirito Santo, però, richiede la collaborazione dell’uomo che è
pure vero autore della Scrittura. Grazie allo Spirito Santo la Parola
di Dio diventa realtà liturgica e profetica. Prima di essere Libro,
la Sacra Scrittura è annuncio (kerygma), la testimonianza dello
Spirito Santo sulla presenza di Cristo nella sua Chiesa.
La Bibbia stessa attesta la
non coincidenza tra Scrittura e Parola di Dio che eccede il Libro e
raggiunge l’uomo anche tramite la Chiesa, Tradizione vivente. La Sacra
Scrittura è, però, attestazione della relazione tra Dio e l’uomo,
la illumina e orienta in maniera certa. Si impone, dunque, la riflessione
sul rapporto tra Tradizione, Scrittura e Magistero per una retta interpretazione
ecclesiale della Sacra Scrittura.
Il terzo capitolo ribadisce
l’atteggiamento che dovrebbe avere il credente di fronte alla Parola
di Dio. Esso è caratterizzato dall’ascolto: a Dio che parla è dovuta
l’obbedienza della fede e un abbandono libero di se stessi (cf.
DV 5). Ciò accade a livello personale e comunitario, nella comunione
della Chiesa. La Parola di Dio pertanto trasforma la vita di coloro
che la ascoltano e cercano di metterla in pratica. L’esempio eccellente
di tale attitudine è Maria, Madre di Gesù, Vergine dell’ascolto.
Tra le figure di uditori della Parola di Dio che poi sono diventati
grandi evangelizzatori, l’Instrumentum
laboris ricorda
per l’Antico Testamento: Abramo, Mosè, i profeti, e per il Nuovo
Testamento: i santi Pietro e Paolo, gli altri apostoli, gli evangelisti.
2) La seconda parte, La Parola di Dio nella vita della
Chiesa, è divisa in due capitoli. Il primo constata che la Parola
di Dio vivifica la Chiesa che nasce e vive della Parola di Dio. Essa
sostiene la Chiesa lungo il suo pellegrinaggio terrestre verso la patria
celeste. Nella potenza dello Spirito Santo la Parola di Dio permea e
anima tutta la vita della Chiesa.
Il secondo capitolo, poi, descrive
la Parola di Dio nei molteplici servizi della Chiesa. Il Ministero della
Parola, che si esprime in vari modi, ha come luogo privilegiato le celebrazioni
liturgiche. Ciò vale in maniera del tutto particolare per l’Eucaristia
ove accade l’unico incontro dei fedeli con Dio che continua a parlare
alla sua Chiesa, radunata ogni domenica, giorno del Signore, e nelle
feste di precetto. Occorre pertanto curare bene la liturgia della Parola,
le letture, l’omelia, la preghiera dei fedeli, parti essenziali della
Santa Messa. Anche nella celebrazione di altri Sacramenti dovrebbe essere
più valorizzata la Parola di Dio. Il Documento, poi, ripresenta l’attualità
della Lectio Divina a livello comunitario e personale. Si sottolinea
l’importanza dello studio della teologia e, in particolare, dell’esegesi,
secondo il senso della Chiesa e cioè interpretando la Scrittura nel
contesto della viva Tradizione della Chiesa, valorizzando l’eredità
dei Padri e restando in attento ascolto delle indicazioni del Magistero.
In tale modo gli specialisti della Scrittura forniscono un prezioso
aiuto ai pastori in contatto diretto con i fedeli. La riscoperta della
Parola di Dio deve portare ad una sempre migliore diaconia, servizio
della carità, che è nota essenziale della Chiesa voluta da Gesù Cristo.
3) La terza parte, La Parola di Dio nella missione
della Chiesa, è articolata in tre capitoli. Nel primo si ribadisce
la missione della Chiesa nel proclamare la Parola di Dio in vista della
costruzione del Regno di Dio. Tale missione si compie tramite l’evangelizzazione
e la catechesi. Il cuore di entrambe è la Parola di Dio.
Nel secondo capitolo si indica
come realizzare la vocazione comune dei fedeli a ricevere e a donare
la Parola Dio. Essa, infatti, deve essere a disposizione di tutti in
ogni tempo. Ovviamente vi è diversità di compiti e di responsabilità
in tale missione ecclesiale. Si precisa, in modo particolare, che ai
Vescovi compete la responsabilità nell’istruire i fedeli sul retto
uso della Sacra Scrittura. In tale importante compito essi sono coadiuvati
dai presbiteri e dai diaconi. Le persone consacrate hanno un ruolo speciale
nel proporre al Popolo di Dio la ricchezza della Bibbia. I fedeli laici,
poi, sono chiamati a conoscere il tesoro della Scrittura e a far risplendere
la novità del Vangelo nella loro vita di ogni giorno, in famiglia e
in società.
Il terzo capitolo è dedicato
ai rapporti ecumenici ed interreligiosi, senza dimenticare i nessi della
Bibbia con coloro che si dichiarano lontani dalla Chiesa o addirittura
non credenti. Si tratta del dialogo che di norma accompagna la missione.
La Sacra Scrittura è un importante
vincolo di unità con gli altri cristiani, membri delle Chiese e comunità
cristiane. Oltre il sacramento del battesimo, la venerazione delle Scritture
unisce tutti coloro che credono in Dio Uno e Trino, Padre, Figlio e
Spirito Santo, il cui mistero è rivelato anche nella Bibbia.
Un rapporto del tutto speciale
unisce i cristiani con gli Ebrei, con i quali condividono buona parte
delle Scritture, denominata dai cristiani Antico Testamento. Del resto,
per comprendere in modo adeguato la persona stessa di Gesù Cristo,
è necessario riconoscerlo come figlio del popolo Ebraico, in quanto
Gesù è ebreo e lo è per sempre (cf. Istrumentum laboris [IL] 54).
Si fanno importanti considerazioni
nei riguardi di fedeli appartenenti alle religioni tradizionali e a
quelle che hanno le loro scritture sante (l’induismo, il buddismo,
il giainismo, il taoismo) e, in modo particolare, all’islam. Anche
se il cristianesimo è piuttosto la religione della persona di Gesù
Cristo e non del Libro, il fatto che possiede la Sacra Scrittura rappresenta
un punto importanti nel dialogo interreligioso.
Si mette, poi, in risalto l’importanza
della Bibbia per la cultura di numerosi popoli, soprattutto del cosiddetto
Occidente per cui tale Libro rappresenta il "grande codice",
fondamento comune per la ricerca di un autentico umanesimo a cui, come
afferma il Santo Padre Benedetto XVI, il cristianesimo ha da offrire
"la più potente forza di rinnovamento e di elevazione, cioè l’Amore
di Dio che si fa amore umano" (IL 58).
V) Contributo del Santo
Padre Benedetto XVI
Alla fine di questa breve presentazione
dell’Instrumentum
laboris,
è doveroso ricordare il grande contributo del Santo Padre Benedetto
XVI, come risulta da numerose citazioni nel Documento. Vi sono varie
ragioni per l’abbondante presenza del pensiero del Romano Pontefice.
Egli è Vescovo di Roma, Capo del corpus episcoporum,
ed è normale che i membri del medesimo collegio episcopale siano attenti
ai sui pronunciamenti, caratterizzati dal carisma petrino. Egli è,
poi, Presidente del Sinodo dei Vescovi e, dunque, segue da vicino le
tappe della preparazione dell’Assemblea sinodale, fornendo preziose
indicazioni, come in occasione degli incontri con il Consiglio Ordinario
della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi. Essendo l’intelligenza
della Scrittura nella Chiesa di importanza vitale, il Santo Padre ne
ha parlato numerose volte, arricchendo la riflessione teologica e spirituale
su tale tema. L’argomento è stato, poi, oggetto di suoi numerosi
studi, dal tuttora valido commento alla Costituzione dogmatica Dei Verbum, scritto da giovane teologo che aveva
partecipato alle discussioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, fino
al libro Gesù di Nazaret, citato nell’Istrumentum laboris. Di altri interventi del Romano Pontefice
sull’argomento, mi permetto di ricordare il discorso La Sacra Scrittura
nella vita della Chiesa,
pronunciato in occasione del 40° della promulgazione della Dei Verbum, come pure l’Angelus
del 6 novembre 2005,
sullo stesso argomento (cf. IL 8).
Per concludere, mi riferisco
a due significative affermazioni del Santo Padre Benedetto XVI. La prima
ben descrive l’attitudine con cui i padri sinodali si apprestano ad
approfondire il tema dell’Assemblea sinodale: "La Chiesa non
trae la sua vita da se stessa, ma dal Vangelo ed è a partire dal Vangelo
che essa non cessa di orientarsi nel suo pellegrinaggio". Pertanto,
occorre scrutare la Parola di Dio per sapere come rispondere alle sfide
ecclesiali e sociali dell’uomo concreto, cittadino del complesso mondo
contemporaneo.
La seconda frase contiene l’auspicio
ad un autentico rinnovamento della Chiesa, fondato su una ermeneutica
della continuità con la grande Tradizione ecclesiale: "La Chiesa
deve sempre rinnovarsi e ringiovanire e la Parola di Dio, che non invecchia
mai né mai si esaurisce, è mezzo privilegiato a tale scopo. È infatti
la Parola di Dio che, per il tramite dello Spirito Santo, ci guida sempre
di nuovo alla verità tutta intera (cf. Gv 16, 13)". Pertanto,
non sorprende che dalla frequentazione della Parola di Dio, in particolare
tramite la Lectio divina, accompagnata dalla preghiera, il Santo
Padre auspica per la Chiesa una "nuova primavera spirituale"
(IL 12).
Affidandoci all’intercessione
della Beata Vergine Maria e di tanti santi che hanno raggiunto l’ideale
di vita eroica dell’amore verso Dio e verso il prossimo, nutrendosi
della Parola di Dio, formuliamo voti che il proposito del Santo Padre
possa realizzarsi anche tramite il Sinodo dei Vescovi per il bene della
Chiesa e dell’umanità intera.
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