Da oggi 5 marzo il pellegrinaggio di papa Francesco in Iraq è un invito d’incoraggiamento anche a noi Rogazionisti.
Il Papa, recandosi in Iraq, ha un solo scopo, quello di dire a tutti, cristiani e non, le parole di Gesu': "Voi siete tutti fratelli e Dio e' vostro Padre”, incontrando in particolare anche i capi di altre religioni. E’, quindi, all’insegna della fratellanza questa Visita del Papa. ma è soprattutto un forte invito di incoraggiamento ai cristiani dell’Iraq a non abbandonare il loro Paese e un’esortazione a ritornare, volta a coloro che sono fuggiti per l’Isis e, infine, uno stimolo per le Autorità locali perché prendano coscienza della gravità della situazione.
Ammiriamo il coraggio di Papa Francesco in questo suo viaggio, tanto da lui desiderato e atteso dal popolo iracheno: né la pandemia, né la mancanza di sicurezza e né l’instabilità politica di un Paese, così centrale nella storia delle grandi Religioni, lo ha potuto fermare. Tutto questo conferma l’importanza che il Vescovo di Roma attribuisce a questo Pellegrinaggio unico e significativo.
Noi, come Rogazionisti, ci sentiamo pienamente coinvolti e partecipi dei sentimenti del S. Padre verso questa popolazione così martoriata da invasioni, guerre e liti fratricide in questi ultimi 40 anni, essendo anche noi presenti come Congregazione in Iraq nelle cittadine di Qaraqosh e Bartellà da quasi un ventennio, godendo di ben cinque religiosi iracheni dei quali, purtroppo ad oggi, nessuno più risiede, per vari motivi, in quella Nazione. L’ultimo confratello a rientrare in Italia è stato P. Jalal Yako che, dopo anni di Missione in Iraq, con altri confratelli risiedeva in Qaraqosh. Ma poi, con l’arrivo dell’Isis (2014), son dovuti fuggire, profughi con la propria comunità cristiana in Campi Profughi in Erbil nel Kurdistan. In seguito alla liberazione dall’Isis hanno potuto fare ritorno in Qaraqosh nel quartiere povero dello Sheqak, con i profughi scampati alla ferocia dell’Isis. Provvisoriamente il P. Jalal è in Italia, richiamato dai Superiori, in attesa di riorganizzazione della Missione in Iraq.
Nei giorni scorsi, in attesa della Visita del Papa il P. Jalal, con l’inviato dell’Avvenire Sig. Luca Geronico, si è recato nuovamente in Iraq a Qaraqosh, interpretando anche il desiderio del P. Generale dei Rogazionisti P. Bruno Rampazzo a “rappresentarci durante la Visita del S. Padre”. Intanto, qualche giorno fa, lo stesso si è recato in pellegrinaggio in Ur dei Caldei per celebrare una S. Messa da campo su una pietra e ci ha scritto: "Sono momenti molto emozionanti in questi luoghi significativi, incontrando le persone e celebrando la Messa nella casa di Abramo, luogo radice della nostra fede. Davvero una Grazia !"
In fine, desidero concludere questo articolo accennando ad una nota personale che riguarda i miei viaggi in Iraq, sempre in occasione dell’Ordinazione Sacerdotale di ben tre confratelli iracheni: P. Jalal, P. Zuhir e P. Manhal, rispettivamente nell’anno 2005, 2006 e 2013. Al rientro dal mio ultimo viaggio dall’Iraq (2013), avendo notato in me soddisfazione per quei giorni trascorsi insieme, P. Giuseppe Ciutti, Superiore della comunità irachena di Qaraqosh, ha fatto pervenire questa simpatica missiva che desidero, in parte, condividere. Egli scrive: “ Carissimo Renato, so che ti sei portato molta polvere dall’Iraq e sei credibile, almeno quando lo dici e te ne liberi quasi indignato. Invece io ti ringrazio e ti invito, con i miei Confratelli, alla gratitudine e alla lode al Signore che ti ha, ancora una volta, salvato e guarito, proprio per quella polvere. Infatti ti si è attaccata la polvere e non il petrolio al quale qui, come a mostro sacro, in tanti pagano un alto prezzo. Grazie a te e ai confratelli, caro P. Giuseppe !
Morlupo(RM), 5 marzo 2021 P. Renato Spallone