Sacerdoti secondo il Cuore di Cristo, lettera circolare nell'Anno Sacerdotale

Il 1° novembre 2009, solennità di Tutti i Santi, il Superiore Generale, P. Giorgio Nalin, ha indirizzato alla Congregazione ed alla Famiglia del Rogate una lettera circolare sull’Anno Sacerdotale, dal titolo “Sacerdoti secondo il Cuore di Cristo”. Nell’occasione, inoltre, ha promulgato in allegato lo Statuto rivisto dell’Unione Sacerdotale di Preghiera per le Vocazioni” (già  Alleanza Sacerdotale Rogazionista). Pubblichiamo la lettera circolare di seguito, e lo statuto in allegato.

SACERDOTI SECONDO IL CUORE DI CRISTO 
 

Carissimi Confratelli, 

     insieme con tutta la Chiesa stiamo vivendo l’Anno Sacerdotale, indetto dal Santo Padre Benedetto XVI in occasione del 150° anniversario del dies natalis di S. Giovanni Maria Vianney, Curato d’Ars. Tale anno – ha scritto Benedetto XVI – vuole contribuire a promuovere l’impegno di interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi1.

     Scopo di questo Anno Sacerdotale  ha precisato in seguito Benedetto XVI - è pertanto favorire la tensione di ogni presbitero "verso la perfezione spirituale dalla quale soprattutto dipende l’efficacia del suo ministero", e aiutare innanzitutto i sacerdoti, e con essi l’intero Popolo di Dio, a riscoprire e rinvigorire la coscienza dello straordinario ed indispensabile dono di grazia che il ministero ordinato rappresenta per chi lo ha ricevuto, per la Chiesa intera e per il mondo, che senza la presenza reale di Cristo sarebbe perduto2.

     In questi primi anni del terzo millennio il Papa, con sapienza pastorale, va proponendo alla Chiesa, in corrispondenza di alcuni significativi anniversari, un cammino comune con temi formativi di primaria importanza e attualità. Il tema del corrente Anno, per la sua natura e gli obiettivi che si propone, tocca specificamente il carisma e la spiritualità rogazionista e coinvolge la nostra vita sacerdotale.

     Con la presente desidero evidenziare gli elementi principali di tale consonanza, che certamente tutti abbiamo già colto, e richiamare brevemente il pensiero del nostro Santo Fondatore, al fine di favorire una più fruttuosa e specifica partecipazione da parte nostra. In modo del tutto particolare voglio cogliere l’occasione del corrente Anno Sacerdotale quale momento propizio per presentare il progetto di rilancio dell’Alleanza Sacerdotale Rogazionista, dopo l’approfondimento svolto in questi anni, come una particolare iniziativa della Congregazione da proporre ai Ministri ordinati per valorizzare e vivere la loro identità sacerdotale.  

     ANNO SACERDOTALE E SPIRITUALITÀ ROGAZIONISTA 

1.  Benedetto XVI ha voluto far coincidere l’inizio e il termine dell’Anno Sacerdotale con la solennità del Sacro Cuore che, da circa una ventina d’anni, è anche laGiornata Mondiale per la santificazione dei Sacerdoti, istituita per continuare, approfondire e vivere la ricchezza spirituale del Giovedì santo3 che nell’anno è il giorno liturgico eminentemente eucaristico e, perciò, sacerdotale.

     Il Santo Padre, così facendo, ha inteso anche sottolineare lo stretto legame tra vita sacerdotale e Cuore di Gesù, come egli stesso ha precisato: Se è vero che l'invito di Gesù a "rimanere nel suo amore" (cfr. Gv 15, 9) è per ogni battezzato, nella festa del Sacro Cuore di Gesù, Giornata di santificazione sacerdotale, tale invito risuona con maggiore forza per noi sacerdoti (…). Mi viene subito alla mente una bella e commovente affermazione (del Santo Curato d'Ars), riportata nel Catechismo della Chiesa Cattolica: "Il sacerdozio è l'amore del Cuore di Gesù" (n. 1589). Come non ricordare con commozione che direttamente da questo Cuore è scaturito il dono del nostro ministero sacerdotale? (…) La nostra è una missione indispensabile per la Chiesa e per il mondo, che domanda fedeltà piena a Cristo ed incessante unione con Lui; questo rimanere nel suo amore esige cioè che tendiamo costantemente alla santità, a questo rimanere come ha fatto san Giovanni Maria Vianney.4 

2. La scelta del Santo Padre di legare l’inizio e la fine dell’Anno Sacerdotale alla solennità del Sacro Cuore richiama la nostra identità di “Rogazionisti del Cuore di Gesù”, e le parole da lui usate evocano espressioni e insegnamenti del nostro Santo Fondatore, il quale scriveva che noi abbiamo un “fine tutto speciale”: penetrare nel Costato Santissimo di Gesù, vivere dentro questo divino Cuore, sentirne l’amore, sposarne tutti gli interessi, compatirne tutte le pene, parteciparne il sacrificio; consolare quel divino Cuore con la propria santificazione e con l’acquistargli anime, specialmente con l’ubbidire a quel divino comando del Cuore di Gesù quando disse: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”.5

     Domandare a Dio operai per la sua Chiesa – nel pensiero di Padre Annibale - vuol dire, in primo luogo, chiedergli sacerdoti secondo il suo Cuore. Sacerdoti secondo il cuore di Cristo significa sacerdoti santi. La richiesta di sacerdoti santi è una costante della preghiera rogazionista, a cominciare dalla testimonianza e dall’insegnamento del Fondatore. Per operare il maggior bene nella S. Chiesa, - egli scrive - per salvare molte anime, per estendere il Regno di Dio sulla terra, nessun mezzo è tanto sicuro quanto l’accrescersi di eletti Ministri di Dio, di uomini santi, apostolici, secondo il Cuore di Gesù e quindi ottima e proficua preghiera da preferirsi è quella di chiedere instantemente al Cuore SS. di Gesù che mandi sulla terra uomini santi e sacerdoti eletti.6  

3. Con l’indizione dell’anno sacerdotale il Papa, oltre a promuovere l’impegno di interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti, ha inteso richiamare l’attenzione della Chiesa sulla centralità del sacerdozio e nello stesso tempo sull’urgenza delle vocazioni al ministero sacerdotale. La promozione delle vocazioni sacerdotali rappresenta il cuore dell’insegnamento del nostro santo Fondatore e l’anima del nostro impegno orante e pastorale. La missione rogazionista si qualifica, infatti, innanzitutto come preghiera che implora dal Signore sacerdoti santi e, pertanto, come compito a favorire e sostenere il loro cammino di santificazione.

     Indispensabilità  del ministero sacerdotale e santità dei sacerdoti sono elementi prioritari della Lettera del Santo Padre, modulata sulla vita di un testimone e modello esemplare quale è stato il sacerdote Giovanni Maria Vianney.

     Negli scritti di Padre Annibale si trova un significativo riferimento al Curato d’Ars che moriva pochi anni dopo la sua nascita, nel 1859. Nell’agosto del 1908 il Fondatore tenne il discorso d’occasione per l’inizio del ministero pastorale di P. Antonino Catanese, uno dei suoi primi discepoli, nominato dall’Arcivescovo di Messina parroco a Forza D’Agrò. Evidenziando in un passaggio la dignità sublime del sacerdote riporta l’insegnamento di alcuni santi e dice testualmente: I santi più illuminati da Dio hanno avuto tanto rispetto della dignità sacerdotale, che quasi non hanno trovato termini bastanti per esaltarla. Il Curato d’Ars, elevato recentemente agli altari, (diceva): Se io vedessi un sacerdote e un Angelo, prima saluterei il sacerdote e poi l’Angelo!7

     In ogni caso la spiritualità di San Giovanni Maria Vianney e, in modo particolare, il suo modo di concepire e vivere la vocazione sacerdotale li troviamo ampiamente riflessi nel pensiero e nella vita del Fondatore.

     Possiamo considerare, pertanto, l’Anno Sacerdotale come un particolare Anno Rogazionista, occasione provvidenziale per ravvivare la nostra personale vocazione sacerdotale e rinnovare il nostro impegno carismatico di preghiera e azione per le vocazioni di speciale consacrazione, alla luce del pensiero e degli insegnamenti del santo Fondatore. 
 

IL MINISTERO SACERDOTALE NEL PENSIERO E NEGLI SCRITTI

DI PADRE ANNIBALE 

4. Il tema del sacerdozio e, conseguentemente, delle vocazioni sacerdotali sono centrali nel pensiero e nell’opera del Fondatore. Desidero qui farvi cenno brevemente lasciando a ciascuno l’iniziativa di un personale e comunitario approfondimento attraverso la nostra letteratura.

     Padre Annibale, compreso totalmente del Rogate evangelico, esprime un’altissima stima, amore e zelo per il sacerdozio cattolico, animato dal principio di fede che il sacerdote è un “novello Cristo”, da lui inviato a continuare la sua stessa missione. Oh, grande, assai grande è la dignità sacerdotale! Gli angeli stessi ne sentono quasi un reverenziale timore. Al sacerdozio cattolico attribuiva il bene della società, convinto che solo mediante l’opera dei sacerdoti, numerosi e santi, è possibile salvare l’umanità.

     La storia della Santa Chiesa, la storia di tutte le diverse e tante terre, ci dimostra con i fatti quanti immensi beni, quante opere sante sono pervenute per mezzo del Sacerdozio cattolico. Non sono i sacerdoti i riproduttori continui della divina Redenzione8? E ancora: É ordine prestabilito da Dio che l'uomo non possa essere condotto alla verità ed alla salute se non per mezzo del sacerdote... Dove qualche bene apparisce, dove la fede fiorisce, dove le anime trovano salute, dove la gioventù cresce credente, dove i poveri trovano sollievo, dove le buone opere sorgono, dove la religione è sostenuta, difesa, propagata, l'errore combattuto, dove il laicato è cattolico ed attivo, ivi è sempre l'opera del sacerdote9.

     Altrove il Fondatore afferma: Immaginiamo per poco che il sacerdozio, come un sole che tramonta, si spegnesse. Tutto il mondo non resterebbe nelle tenebre? Dove sarebbero più il culto di Dio, i sacramenti, la SS. Eucaristia, la parola di Dio, la fede, la carità? Immaginiamo per poco il contrario, cioè che la terra abbondasse di eletti ministri, di sacerdoti numerosi e santi... così santi che uguagliassero gli antichi Apostoli: non sarebbe questa l’improvvisa salute e felicità di tutte le anime, nessuna eccettuata?10.

       Nell’intervento al Congresso eucaristico di Catania nel 1905, dopo aver affermato la contemporaneità dell’istituzione di Eucaristia e Sacerdozio da un medesimo parto gemello di amore, continua: Ma chi può riparare alla dimenticanza di Gesù in sacramento? Chi ne propaga le glorie? Chi ne dimostra l'infinito amore? Chi eccita i cuori ad amarlo? a desiderarlo? Chi rintuzza gli errori, che vorrebbero opprimerlo? É il Sacerdote cattolico! è lui, solamente lui, esclusivamente lui! Egli crea l'Eucaristia, se così mi è lecito esprimermi. Egli genera Gesù alla vita sacramentale. Egli prepara a Lui una plebe perfetta. Vi sono anche apostoli di buone opere di carità, che non sono sacerdoti, ma essi attingono la grazia di operare il bene ai piedi di quell'altare, dove il Sacerdote ha immolato la divina Vittima, dove l'ha rinchiusa nel santo Tabernacolo11.

     Quando poi Padre Annibale si ferma a tratteggiare la figura del sacerdote, sottolinea anzitutto la santità della quale deve essere rivestito, per cui egli chiede, e raccomanda di chiedere, gli operai numerosi e santi. In un tempo in cui non mancavano sacerdoti che facevano tutt’altro che ciò per cui avevano ricevuto l’ordine sacro, egli si interrogava incredulo: donde avviene che alle volte abbondano sacerdoti dell’uno e dell’altro clero ma scarseggiano gli operai? Padre Annibale ricorda sovente che i sacerdoti devono essere santi perché inviati come “luce del mondo e sale della terra”, perché inviati da Gesù con la stessa sua missione ricevuta dal Padre, per cui sono l’eletta primizia del suo eterno sacerdozio.

     I lineamenti caratterizzanti del sacerdozio in Annibale Di Francia, come da lui concepito e fedelmente vissuto, erano attinti dalla figura del buon Pastore che si offre per il suo gregge, lo nutre e lo conduce verso la salvezza.

     Padre Annibale ricorda che il sacerdote è colui che prega l’Altissimo come Mosè, intercedendo per il suo popolo; che rende perenne il sacrificio e il sacerdozio di Cristo; che adora, prega e offre. Il sacerdote è il pastore mandato dal Pastore Supremo per la custodia e la salvezza delle anime come guida e maestro nelle vie dell’eterna salute. Egli dovrà combattere contro il Maligno con la potestà di abbatterlo e di strappargli le anime; indicherà al suo gregge la via; farà questo soprattutto con il buon esempio di una vita intemerata e, prodigandosi con tutte le sue forze per coloro che il Padre gli ha dato, con uno zelo indefesso, fervoroso, continuo, illuminato, prudente, attivo, instancabile, perché nella sua parrocchia regni la gloria di Dio e la salute delle anime. 

5. Sappiamo che il cuore del carisma e della spiritualità sacerdotale di Sant’Annibale è costituito dalla preghiera incessante al Signore della messe per il dono dei buoni operai. Ma chi sono nel suo pensiero gli operai della messe? Possiamo dire che la massima parte dei suoi testi che si riferiscono ai buoni operai, riguardano i sacerdoti. Quando egli poi fa un discorso articolato, osservando che buoni operai possono e devono essere anche le suore e i laici, uomini o donne, anche in questo caso colloca al primo posto i sacerdoti. E la motivazione è chiara: Siccome ogni bene sulla terra viene dal sacerdozio, così noi, implorando dalla divina misericordia i buoni operai alla santa Chiesa, miriamo a provvedere a tutti gli interessi del Cuore amatissimo di Gesù12.

       Questo rilievo dato al ministero sacerdotale, particolarmente evidenziato da Padre Annibale in conformità all’ecclesiologia del tempo, corrisponde ad un principio perenne di pastorale vocazionale che mette nel dovuto risalto la funzione del ministero ordinato nella Chiesa. La moderna pastorale vocazionale, infatti, pur fondandosi sulla “vocazionalità della Chiesa e di ogni vita umana come chiamata e risposta”, non manca di richiamare l’eccellenza della vocazione sacerdotale (cf. PO 11) e di evidenziare che il ministero ordinato è “garanzia permanente della presenza sacramentale di Cristo Redentore, e fa essere la Chiesa, soprattutto attraverso la celebrazione dell’Eucaristia, culmen et fons della vita cristiana e della comunità chiamata a far memoria del Risorto”13. 

6. Invocare incessantemente dal Signore della messe sacerdoti secondo il Cuore di Cristo e promuoverli con ogni mezzo, in modo particolare attraverso la santità della propria vita, è dunque il messaggio che ci proviene dalla vita di Padre Annibale. Come non accoglierlo per primi noi, suoi figli, e rinnovare il nostro proposito di fedeltà al suo insegnamento nel corso di questo speciale Anno Sacerdotale?

     Alla luce dell’insegnamento del Fondatore, espresso negli scritti e nella testimonianza di vita, e in sintonia con il tema dell’Anno Sacerdotale: Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote, ci sentiamo innanzitutto chiamati ad apprezzare il dono della vocazione sacerdotale, a ravvivarne nella nostra coscienza tutta la bellezza e a irrobustire il nostro impegno quotidiano per una risposta personale più radicale alle esigenze e agli impegni specifici del ministero. Quest’anno diviene in tal modo “tempo favorevole” per ripensare, in un clima orante di sereno discernimento spirituale, l’impegno nel cammino di santità, la fedeltà alla vita fraterna in comunità, ambito privilegiato in cui il nostro ministero sacerdotale si alimenta e, in parte, si esprime, l’impegno della preghiera fatta in favore e a nome del Popolo di Dio, qual è la liturgia delle Ore, la celebrazione dell’Eucaristia con l’accurato ministero della predicazione, la frequentazione e il servizio del sacramento della Riconciliazione, l’evangelizzazione e il soccorso dei piccoli e dei poveri.

     Per questo proposito di interiore rinnovamento voglio anche additare la figura esemplare del nostro confratello, il Servo di Dio P. Giuseppe Marrazzo, di cui è in corso il processo di canonizzazione. Egli ha vissuto la fedeltà sacerdotale nella dedizione incondizionata e silenziosa all’accoglienza e all’ascolto della gente, in modo particolare nella direzione spirituale e nel sacramento della penitenza. Molti di noi sono testimoni della sua vita sacerdotale gioiosa e zelante; il popolo, riconoscendone già la santità, lo chiama l’apostolo della riconciliazione. 

     Mossi dallo zelo della vocazione rogazionista, ci sentiamo perciò sollecitati, durante quest’anno, a ravvivare il nostro carisma che ci vede innanzitutto impegnati nella preghiera al Signore della messe per il dono di sacerdoti santi e nella diffusione attiva dello spirito di questa preghiera. Proprio in attuazione del compito di diffondere nella Chiesa il Rogate di Cristo ritengo quanto mai opportuno proporre proprio durante questo anno, come dicevo all’inizio, il rilancio dell’Alleanza Sacerdotale Rogazionista, attraverso la pubblicazione ad experimentum di uno statuto rinnovato e aggiornato, nel quale, per meglio sottolineare l’affinità con l’Unione di Preghiera per le Vocazioni, viene ora denominata “Unione Sacerdotale di Preghiera per le Vocazioni”. 

“UNIONE SACERDOTALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI”. 

7. Il X Capitolo Generale, nel suo documento conclusivo Apostoli del Rogate - La missione dei Rogazionisti all’inizio del terzo millennio, ripercorrendo l’esperienza carismatica di Padre Annibale, ci ha lasciato alcuni orientamenti in merito alle sue note iniziative, la Sacra Alleanza e l’Unione di Preghiera per le Vocazioni.

      L’Unione di Preghiera per le Vocazioni, già prima dell’ultimo Capitolo, a seguito del convegno di studio tenuto nel centenario della sua istituzione14, è stata riorganizzata con un apposito progetto condiviso con le Consorelle Figlie del Divino Zelo ed ora in diverse Circoscrizioni si sta lodevolmente cercando di promuovere il suo rilancio con apposite iniziative.

      Il Capitolo, in merito all’Alleanza Sacerdotale Rogazionista, così si è espresso: «Mentre (Padre Annibale) meditava di estendere la grande preghiera ebbe un’idea, ch’ei chiama “idea-risorsa”, la quale avrebbe moltiplicato ancora più le divine benedizioni sulle sue opere, e propagato assai più agevolmente il divin Comando del Rogate». Così P. Vitale delinea l’identità della Sacra Alleanza, voluta dal Fondatore per il clero. L’Alleanza Sacerdotale Rogazionista, data la sua rilevanza storica e carismatica, nelle condizioni presenti necessita di uno studio in vista di un eventuale opportuno rilancio15.

    Proprio in ragione di questa indicazione capitolare si sono tenuti in questi anni due seminari di studio sul tema dell’Alleanza Sacerdotale, con l’intento di approfondirne l’origine e l’evoluzione storica, la natura e i contenuti, la situazione attuale e le prospettive future, le ragioni, le condizioni e il metodo di un possibile rilancio16.

     Gli interventi, sia dei relatori che dei partecipanti, hanno sostanzialmente sostenuto, sia pur con ragionevoli puntualizzazioni critiche, il rilancio dell’Alleanza Sacerdotale Rogazionista, offrendo preziose indicazioni di contenuto e di metodo che sono alla base del nuovo progetto di statuto.

      Sull’argomento sono pervenute al Governo Generale anche richieste scritte e orali da parte di singoli Confratelli che invocano l’opportunità e l’urgenza di un rilancio rispondente, nella forma e nei contenuti, alle esigenze e sensibilità ecclesiali attuali.

    Il Governo Generale, pertanto, convinto dagli approfondimenti compiuti e dalle diverse sollecitazioni ricevute, dopo ampia discussione e adeguata consultazione dei Governi delle Circoscrizioni, ha avviato l’elaborazione di un nuovo progetto di statuto avvalendosi della collaborazione di Confratelli appositamente incaricati. Taleprogetto, dopo attenta lettura e revisione, è stato approvato in sede di Consiglio Generale e viene ora promulgato in occasione dell’Anno Sacerdotale.  

8. Il nuovo statuto si muove sostanzialmente nella linea dei due precedenti elaborati negli anni 70-80 per attualizzare lo spirito della preziosa iniziativa voluta e avviata dal Fondatore17. Una novità sostanziale è rappresentata dall’attuale denominazione “Unione Sacerdotale di preghiera per le Vocazioni”. L’opportunità del cambiamento è stato suggerito dalle seguenti ragioni: è una denominazione che consente una più immediata comprensione dei contenuti e degli obiettivi; elimina l’equivoco di essere una realtà solo di congregazione; meglio si coniuga con l’Unione di Preghiera per le Vocazioni, all’interno della quale si colloca come espressione specifica e qualificata.

    Lo statuto viene affidato prima di tutto ed in modo particolare ai Governi delle Circoscrizioni perché programmino e diligentemente provvedano a organizzare il rilancio dell’Unione Sacerdotale, attraverso il coinvolgimento diretto dei Superiori delle Comunità e dei singoli religiosi. è opportuno affidarne la promozione e il coordinamento all’interno della propria Circoscrizione a un religioso sensibile e capace per questo apostolato o agli stessi responsabili dei Centri Rogate, badando di operare in collaborazione sinergica con l’apostolato dell’Unione di Preghiera per le Vocazioni. 

    Nella fiducia che questa iniziativa trovi accoglienza positiva e collaborazione convinta in ogni rogazionista e che giovi alla promozione e alla santificazione delle vocazioni sacerdotali, al centro della preoccupazione e dell’impegno della Chiesa particolarmente in questo speciale Anno voluto dal santo Padre, affidiamo la buona riuscita di ogni nostra attività all’intercessione della Beata Vergine Maria, Madre e Regina del Rogate, al Padre Fondatore e tutti i Santi patroni speciali. 
 

P.Giorgio Nalin, rcj

Sup. Gen.


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Comentários

Retrato de jdestro
Submitted by jdestro (não verificado) on Qua, 01/06/2010 - 19:41
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