Ai Rogazionisti,
Alla Famiglia del Rogate,
Carissimi,
«Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto». (Gv 13, 1-5)
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mentre volge verso la conclusione il tempo forte della Quaresima, guardiamo alla prossima celebrazione della Pasqua, che ci rinnova nella luce e nella gloria del Signore risorto.
Nella settimana santa rivivremo la lotta finale affrontata da Gesù e la sua estrema umiliazione con la quale ha vinto le forze del male.
Ricordiamo le parole di Paolo: “Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil, 2, 6-8). Egli «svuotò», «umiliò» se stesso e apparve povero, debole, destinato alla morte infamante della crocifissione.
Prima di consegnarsi nelle mani dei suoi nemici, nell’ultima cena volle affidare agli apostoli il suo testamento. Con le sue parole di commiato da questa terra ci ha ricordato che abbiamo un Padre che ci ama, e che in lui, suo Figlio, che si dona per noi, si manifesta questo amore infinito. Nello stesso tempo, piegandosi davanti ai Dodici nella lavanda dei piedi, ci fa comprendere che l’amore si manifesta nel donarci ai fratelli, anche nei servizi più umili, fino a consegnare la nostra stessa vita.
In questi giorni abbiamo fatto l’esperienza forte di vedere, Benedetto XVI, decidere di rinunciare, in un gesto di umiltà e di oblazione, compiuto per amore della Chiesa, e di raccogliersi nel silenzio, nella preghiera e nella riflessione.
Mentre siamo vicini a lui con l’affetto, la gratitudine e la preghiera, vogliamo accogliere con uguali sentimenti il nuovo Pastore della Chiesa di Roma e Universale, Papa Francesco, il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, già Arcivescovo di Buenos Aires, Argentina. Secondo l’insegnamento di Sant’Annibale, imploriamo dallo Spirito Santo, che il nuovo Sommo Pontefice sia “secondo il Cuore di Gesù”, perché possa guidare la Chiesa, popolo di Dio. Come Vicario di Cristo, è per tutti noi, e per la umanità, un riferimento spirituale e morale, un sostegno nella fede e nell’amore.
Nelle sue prime apparizioni e gesti Papa Francesco, con l’esempio di sobrietà e affabilità, semplicità e umiltà, si è presentato come un uomo e pastore che guarda ai valori essenziali, che va al cuore della Chiesa, per la quale nutre un grande amore, unito a una profonda fede nel Signore Gesù, manifestando una particolare sensibilità per i poveri. Ci ha invitato ad essere sempre di più “una Chiesa povera con i poveri”. Nel progetto di Dio, secondo il Vangelo di Gesù Cristo, nello Spirito Santo, con la Chiesa e la Congregazione, vogliamo anche noi “camminare, edificare e confessare”, come ha detto Papa Francesco nella messa di conclusione del Conclave. Guardiamo all’icona del Giovedì Santo: “Gesù …si alzò da tavola…e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli…”.
Carissimi, invio a ciascuno di voi questi miei Auguri Pasquali, mentre sono in visita alla Congregazione, e con voi nelle diverse Circoscrizioni, mi rallegro per il cammino che insieme stiamo compiendo e condivido le speranze, le difficoltà, le gioie e i programmi. Dobbiamo benedire il Signore per i suoi benefici e rispondere ogni giorno rinnovando la nostra gioiosa offerta compiuta con la consacrazione religiosa. Nel spirito del tempo pasquale, nella prossima quarta domenica, vi invito a prepararci e celebrare bene la 50ª Giornata Mondiale di Preghiera, nel contesto dell’Anno della Fede e dell’inizio del nuovo Pontificato.
Voglia il Signore risorto colmare il nostro cuore del suo amore, perché impariamo a donargli ogni momento della nostra vita e ad amare e servire i fratelli. Gesù, dopo aver lavato i piedi ai Dodici, li ha ammoniti: “In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica” (Gv 13, 16-17).
Ci accompagni verso la santa Pasqua la Vergine Immacolata, che sul Calvario abbiamo ricevuto da Gesù come nostra Madre, e ci conceda di vivere con cuore rinnovato il mistero glorioso della risurrezione del suo figlio Gesù, sotto la protezione e particolare intercessione di San Giuseppe, che oggi celebriamo, e del nostro Santo Fondatore, Annibale M. Di Francia.
Con questo fervido auspicio, vi saluto con affetto nel Signore.
P. Angelo A. Mezzari, R.C.J.
Superiore Generale