Celebrazione del Primo Centenario della nascita di P. Antonio Barbangelo

San Demetrio nei Vestini, 26 luglio 2020            

            Dalla scomparsa di P. Antonio Barbangelo ( Padova 2009), in San Demetrio, dove per diversi anni P. Antonio è stato Superiore e Parroco Rettore della Chiesa Madonna dei Raccomandati, tanti ragazzi e giovani, i “benedetti ragazzi” di quegli anni, lo ricordano ancora con un affetto filiale per la sua attenzione educativa verso di loro nel tempo e di cui alcuni erano orfani.

Nel mese di luglio viene celebrato un Memorial per ricordare la sua figura che per tanti di loro è stato un vero padre e tra le varie iniziative, oltre l’omaggio floreale  al Medaglione bronzeo raffigurante P. Antonio nel Piazzale dei Rogazionisti, affisso dal Comune qualche anno fa, vi è, poi, sempre un momento di convivialità e la Celebrazione Eucaristica presieduta spesso da un Rogazionista, di solito da P. Giovanni Bruno che trascorre il periodo di riposo estivo nella sua natia San Demetrio. Quest’anno, invece, impedito a venire dalla California per motivo del covid 19.  .

Quest’anno, ricorrendo pure il 1^ Centenario della nascita di P. Antonio, si è voluto dare maggiore risalto all’evento con la partecipazione straordinaria di una decina di confratelli rogazionisti di Morlupo e della Curia di Roma, tra cui il Vicario Generale dei Rogazionisti, P. Josè Maria Ezpeleta che ha presieduto l’Eucaristia concelebrata nell’antica Chiesetta di S. Maria ad Cryptas a Fossa, nei pressi di San Demetrio, messa a disposizione dal parroco Don Gaetano, anche lui un ex chierichetto di P. Barbangelo. Per la circostanza Centenaria della nascita di P. Antonio ( 1920 – 2020) è stata donata alla Chiesa la casula bianca, indossata per la prima volta dal Celebrante.

Il Superiore Generale, P. Bruno Rampazzo, per l’occasione, ha fatto giungere un suo messaggio indirizzato al P. Renato che ha letto al termine della S. Messa, accolto con un applauso:

L’appuntamento – si legge tra l’altro – offre l’occasione per rinsaldare i legami di amicizia che legano quanti sono cresciuti accanto a P. Antonio e hanno condiviso valori che poi sono stati custoditi, durante gli anni, nelle vicende della vita”.

La Celebrazione Eucaristica in ricordo del P. Barbangelo è stata molto partecipata dai presenti e vissuta intensamente, particolarmente per la presenza di P. Josè Maria, filippino ed ex allievo di P. Antonio. La sua omelia, è stata una testimonianza viva e toccante. Riportiamo alcuni passaggi. Egli, dopo essersi introdotto nel commento delle letture domenicali, ha espresso la sua gioia nel presiedere questa particolare Eucaristia e di condividere il privilegio di aver conosciuto P. Antonio Barbangelo “come Padre ed educatore che ci ha insegnato i valori della parabola di oggi, non solo con le parole, ma con le scelte che ha fatto nella sua vita”.

Ha poi proseguito: “Sono entrato nel Seminario Rogazionista di Manila nel 1982, 38 anni fa. Ho trascorso tre anni con P. Antonio, come mio formatore nell'aspirantato, probandato e noviziato. Molti di voi avete trascorso più anni con lui. Ma credo che possiate identificarvi con la mia testimonianza, che quegli anni sono stati i momenti più significativi della mia vita formativa. Ero un adolescente, un po' idealista, ma allo stesso tempo confuso. P. Barbangelo mi ha accompagnato pazientemente e mi ha insegnato l'arte del discernimento, dell'intuizione dei valori che contano davvero, di vedere il mio ideale nella vocazione a cui Dio mi ha chiamato”.

“Come i protagonisti nelle parabole, P. Barbangelo mi ha mostrato come riconoscere il tesoro, le perle, e i buoni pesci, e come avere il coraggio e la gioia di lasciare tutto per scegliere e possedere ciò che conta veramente, ciò che è davvero importante, quello che porterò con me per tutta la vita terrena e nella vita futura. P. Barbangelo ha vissuto le lezioni della parabola di oggi. Lasciò la sua amata Italia e la sua amata San Demetrio, i suoi ragazzi, i suoi amici, i suoi parenti per andare dall'altra parte del mondo alla ricerca di perle preziose anche se aveva già 56 anni. Si è recato in missione pieno di audacia, entusiasmo, concentrazione e fiducia nel Signore”.

 “La barriera linguistica o la differenza di cultura o di età, o qualsiasi altra difficoltà non ha impedito al suo dinamismo di incontrare i giovani in tutte le parti delle Filippine e oltre, nell'organizzazione di ogni tipo di attività, dall'insegnamento della musica e delle canzoni, a giocare a calcio, ad andare in pellegrinaggio. Tutto questo lo ha fatto con una presenza costante, attiva, amorevole e paterna con i suoi seminaristi. Più che le parole, P. Antonio ha effettivamente trasmesso i valori del Vangelo: sapevamo che aveva trovato la perla preziosa nella sua vocazione rogazionista, che tutto il resto è di minor valore rispetto ad esso, perché è il mezzo attraverso il quale Dio vuole farci sperimentare la pienezza della vita”.

“P. Antonio ha toccato la nostra vita, e credo che, come un pioniere missionario rogazionista nelle Filippine, abbia influenzato anche la mia. A ventidue anni, mi recai per la mia prima missione all'estero in India, dove un anno prima P. Antonio aveva iniziato la missione rogazionista. Poi, dopo cinque anni di sacerdozio, sono stato inviato in Vietnam come pioniere missionario rogazionista in quel paese dove sono rimasto per nove anni. Poi sono andato in Corea del Sud dove P. Barbangelo è andato prima e ha trovato vocazioni per la Congregazione rogazionista. Devo questa sensibilità missionaria a P. Antonio, e sono certo che molti altri possono dire la stessa cosa”.  

La vita evangelica di P. Barbangelo che ha testimoniato nelle Filippine per dieci anni, dal 1976 al 1986, ha prodotto frutti al cento per cento. Molti dei seminaristi divennero preti rogazionisti, alcuni sacerdoti diocesani e un gran numero formarono famiglie cristiane. Possiamo aver tracciato percorsi di vita diversi, ma tutti viviamo i valori appresi nella formazione e nell'educazione che abbiamo ricevuto da P. Antonio, cioè, fare scelte buone, intelligenti e sagge che ci porteranno alla gioia della pienezza della vita”.

                Dopo la S. Messa ci si è ritrovati nel piazzale dei Rogazionisti, antistante il Palazzo Cappelli di cui è avviato il cantiere di ricostruzione per il sisma del 2009, per l’omaggio floreale al Medaglione bronzeo, fatto dal Vicario P. Josè Maria. Poi hanno rivolto il loro saluto alcuni per ricordare P. Antonio, tra questi  il Sindaco di San Demetrio Sig. Silvano Cappelli, augurandosi un “ritorno” dei Rogazionisti in san Demetrio, visto che il Palazzo è in fase di ricostruzione dopo il terremoto.

Ha preso, dopo, la parola anche P. Matteo Sanavio a nome del Consiglio Generalizio, ricordando alcuni momenti della sua presenza a San Demetrio da giovane chierico, durante una S. Pasqua con la tradizionale celebrazione della Madonna Rossa e, da giovane sacerdote, partecipando all’indimenticabile Meeting ERA del 1997. C’è stato anche il ricordo di Francesco Leonardis, un ex “ragazzo” di P. Antonio, deceduto recentemente, da parte della nipote.

Infine, ha preso la parola a P. Renato Spallone, come ultimo parroco rogazionista in San Demetrio, il quale ha parlato di San Demetrio, dell’eredità Marchesi Cappelli e dei Rogazionisti, ricordando eventi e sacerdoti rogazionisti che qui vi hanno lavorato: principalmente ha ricordato P. Antonio Barbangelo, l’operaio della prima ora fino, fino ai più recenti: P. Vito e P. Biagio presenti alla manifestazione. Ha concluso, ringraziando tutti i sandemetrani per la costante stima e bene da loro ricevuto.

                Prima del pranzo comunitario, fatto al Ristorante “Del Rio” nella vicina Fontecchio, è stato preparato e gustato all’aperto un simpatico aperitivo analcolico “Benedetti Ragazzi”( 1 ). Nel saluto di “Arrivederci” al prossimo anno 2021, i Padri Rogazionisti presenti alla celebrazione centenaria ringraziano di cuore tutti per l’accoglienza loro riservata, in particolare, si ringraziano gli organizzatori dell’evento: Berio, Ezio e i fratelli Ernesto e Genoveffa.

                                                                                                              P. Renato Spallone

 

  1. Nota: E’ una delle frasi di P. Antonio che i suoi ragazzi si sentivano dire di frequente quando qualcosa non andava per il verso giusto.

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