“Un santo a cui la Chiesa deve molto”. Così Papa Ratzinger considerava il nostro Fondatore, come risulta dall’intervista che, da cardinale, aveva rilasciato a Padre Vito Magno il giorno della canonizzazione di Padre Annibale, avvenuta il 16 maggio del 2004. Nell’intervista, che fu trasmessa da Rai Uno, e poi divulgata in videocassetta (e su “Rogate ergo” n.5 del 2004), alla domanda cosa deve e quanto deve la Chiesa a sant’Annibale Di Francia, rispose: “Molto! Deve molto per avere fatto pubblico il grido del Signore “Rogate”. Il Rogate come grande imperativo, che tramite la sua figura si è realmente incarnato nel mondo, ci indica la necessità di avere pastori e operatori nella messe del Signore. La vita di Padre Annibale, per me,è la più evidente dimostrazione del nesso tra amore di Dio e amore per gli uomini, tra la preghiera e l’azione effettiva per i poveri. Solo perchè il suo cuore era penetrato dall’amore di Cristo, poteva essere così sensibile per gli altri, poteva farsi servitore di tutti”. Alla successiva domanda di padre Magno sul Di Francia, che aveva avvertito il bisogno di promuovere le vocazioni all’epoca in cui i sacerdoti non mancavano, rispose: “Si vede che c’erano tanti sacerdoti, ma erano pochi i disponibili ad entrare nel misero quartiere Avignone, Questa era anche la sua sofferenza. Si trattava di sacerdoti nobili, anche rispettabili e devoti, e pur tuttavia gli operai mancavano in questa tipica vigna. Il grido del Signore “Rogate” va collocato nel momento storico e nella esperienza personale del Padre Annibale. Il grido del Signore diventa il credo di Padre Annibale. C’era urgenza di pastori per quella gente, e la vita di Padre Annibale si unisce a quella del Signore, divenendo un’esperienza anticipatrice dei bisogni del nostro tempo. Era chiaro per lui che prima di essere un organizzatore era un “padre”. Per la povertà spirituale, oggi particolarmente diffusa, non basta agire con strumenti tecnici, non basta alfabetizzare, anche se si tratta di cose valide, è necessario amare. Bisogna farsi padri degli uomini per fare qualcosa di utile”.
