La scomparsa di P. Pierre Simons, fondatore del Centro Sant’Antonio di Nyanza

La scomparsa di P. Pierre Simons,

fondatore del Centro Sant’Antonio di Nyanza

 

P. Pierre Simons è morto a Kigali lunedì 24 agosto 2020 a causa di un arresto cardiaco. Nel 1972 aveva dato inizio all’orfanotrofio di Nyanza, rilevato in seguito dai Rogazionisti il 1° novembre 1988.

 

P. Pierre Simons, sacerdote belga della diocesi di Liegi, missionario “Fidei donum” in Ruanda, è deceduto improvvisamente lunedì mattina 24 agosto 2020 a seguito di una grave forma di cardiopatia. Da qualche giorno si era sentito male e dopo un primo ricovero nell’ospedale universitario di Butare, domenica sera era stato trasportato d’urgenza al King Faisal Hospital di Kigali. Aveva 79 anni e l’anno scorso aveva festeggiato il 50° anniversario di sacerdozio. 

 

 

Nato a Liegi il 10 maggio 1941, era stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1969 da Mons. Van Zuylen. Aveva espresso al vescovo il desiderio di partire come missionario “Fidei donum” e l’occasione si era presentata otto giorni prima dell’ordinazione quando il vescovo gli chiese di partire per il Rwanda al posto di un altro sacerdote che per motivi di famiglia era venuto meno. I missionari della diocesi di Liegi avevano fondato a Nyanza, in Ruanda, il “College Christ Roi”. P. Simons vi insegnerà per 26 anni religione, latino, francese. Ma la sua attività non si esauriva con l’insegnamento, anzi. Dopo le ore di lezione P. Simons non si chiudeva in casa, ma usciva per strada ad incontrare e intrattenersi con i ragazzi soli e abbandonati che vagabondavano per le vie della cittadina. Poco alla volta matura il progetto di dare vita ad un centro di accoglienza per ragazzi orfani che prenderà il nome di “Home don Bosco”. Siamo nel 1972. Il vescovo di Butare Mons. Giovanni Battista Gahamanyi gli concede un pezzo di terra dove egli inizia a costruire le prime casette di fango che accoglieranno i suoi ragazzi. Poco alla volta il Centro prende forma, si ingrandisce, diventa un piccolo villaggio ed accoglie più di un centinaio di ragazzi e ragazze.

Nel 1988 il Vescovo di Liegi lo richiama in patria per affidargli l’opera dei pellegrinaggi della diocesi. Prima di partire P. Simons si assicura che la sua opera possa continuare e a tal fine chiede ai Rogazionisti di subentrargli nella direzione e nella gestione dell’ “Home Don Bosco”. Il 1° novembre 1988, alla presenza del Vicario generale della diocesi di Butare Mons. Mubirigi Félicien e del Superiore dei Rogazionisti in Ruanda, P. Riccardo Pignatelli, P. Pierre Simons procede alle consegne ufficiali dell’orfanotrofio al rogazionista P. Giorgio Vito.

 

Dopo un breve periodo trascorso in Belgio, P. Simons ottiene dal suo Vescovo di poter tornare in Ruanda. Passa qualche mese nel servizio pastorale dei rifugiati burundesi nella regione del Mayaga e poi decide di avviare un altro centro per ragazzi orfani in località Cyotamakara, vicino alla parrocchia di Ruyenzi, tenuta dal sacerdote canadese, P. Claude Simard.

All’inizio del genocidio nell’aprile del 1994, nonostante le forti insistenze dell’ambasciata belga perché Simons lasci il Rwanda – i belgi erano particolarmente invisi e presi di mira dai genocidari – egli decide, con un coraggio e una determinazione fuori dal comune, di restare a difesa e protezione dei suoi ragazzi in quella regione solitaria di campagna, esponendosi a tutti i rischi che si possono immaginare. Grazie alla sua presenza e alla protezione divina, quei ragazzi ne uscirono indenni.

 

Con una mossa azzardata, l’esercito dei ribelli, il Fronte Patriottico Rwandese, organizzò di notte l’evacuazione dei ragazzi orfani di Cyotamakara e li condusse tutti a Nyanza. Avvenne quindi che ai primi del mese di giugno 1994 P. Simons incontra a Nyanza il rogazionista P. Giorgio Vito, che in quei giorni si trovava nell’orfanotrofio dei Rogazionisti. Fu un incontro provvidenziale. I due sacerdoti poterono darsi manforte per affrontare le innumerevoli e spesso insormontabili difficoltà del momento: l’approvvigionamento del cibo, l’acqua, i medicinali, le trattative non facili con le autorità militari del Fronte Patriottico Rwandese.

 

Nei mesi che seguirono P. Simons fece ritorno nel suo centro per orfani a Cyotamakara. Vi costruì nuovi locali e vi accolse numerosi ragazzi fino al 2019, quando le autorità misero in atto il programma di riunificazione di tutti gli ospiti con le famiglie di origine, secondo il piano di deistituzionalizzazione deciso da tempo dal governo del paese.

 

Una volta chiuso il Centro per orfani di Cyotamakara, P. Simons si era ritirato nella parrocchia di Save, dove trascorse gli ultimi giorni della sua vita terrena. Da tempo era ammalato di diabete e soffriva di cardiopatia. Giovedì scorso si è sentito male, ma pensava che si trattasse di uno dei suoi malanni periodici. Sabato la situazione è peggiorata. Ricoverato all’ospedale universitario di Butare, gli hanno diagnosticato un grave problema cardiaco e domenica sera lo hanno trasportato d’urgenza al King Faisal Hospital di Kigali, dove purtroppo vi è deceduto alle 5:00 del mattino di lunedì 24 agosto 2020. 

I suoi ragazzi lo chiamavano “umubyeyi w’imfubyi”, padre degli orfani. Uno dei suoi collaboratori Bangangira Félicien lo ricorda come un sacerdote dal cuore pieno d’amore, che sapeva mettere in pratica il vangelo: “Durante tutta la sua vita e soprattutto durante il genocidio del 1994  P. Simons ha dato prova di un amore di padre, egli ha amato gli orfani con tutto se stesso e a loro ha dedicato tutta la sua vita”.

I funerali si terranno lunedì 31 agosto 2020 alle ore 11:00 nella parrocchia di Ruyenzi. La celebrazione liturgica sarà presieduta dal Vescovo di Butare Mons. Philippe Rukamba e a causa del Covid-19 sarà consentita la presenza di un numero limitato di fedeli. Assecondando le sue ultime volontà, P. Pierre Simons verrà sepolto nel Centro per orfani da lui fondato a Cyotamakara. Che la sua anima riposi in pace e il Signore lo ricompensi per tutto il bene che ha seminato negli anni della sua vita, spesi soprattutto per i bambini del Ruanda.

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