Dammi da bere. In queste parole di Gesù, figlio di Dio e figlio dell’uomo, si riassume la sete di Dio e la sete dell’uomo. Due assetati che si dissetano dissetandosi a vicenda. Gesù, come uomo, ha sete anche di “sorella acqua” (H2O). La sua richiesta risuona sulle labbra dell’Assetato … “avevo sete e mi avete/non avete dato da bere”. La vita - presente e futura - dipende dall’acqua che abbiamo o non abbiamo a disposizione. La vita del “regno futuro” dipende dall’acqua che oggi diamo o non diamo al Re presente nell’assetato.
Per il discepolo di Gesù la salvaguardia delle risorse idriche non è un’opzione secondaria, ma parte integrante della vita cristiana.
Non scordiamoci che l’acqua – come il grano-pane, l’uva-vino, ecc. – è elemento indispensabile per la liturgia cristiana mediante la quale si attualizza la nostra salvezza. La tutela dell’acqua è necessaria anche per i suoi significati culturali e religiosi, non solo per quello che è, ma anche per ciò che significa. Si pensi al ruolo dell’acqua nella vita e nella tradizione della Chiesa: battesimo, acqua lustrale.
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