Roma, 1° giugno 2018
Solennità di Sant’Annibale Maria
Nel 150° dell’Ispirazione del Rogate
ROGATE DONO E GRATITUDINE
Ai Rogazionisti
Alle Figlie del Divino Zelo
Alla Famiglia del Rogate
Carissimi/e,
con grande gioia in questo giorno, particolarmente caro a tutti noi, veniamo insieme a comunicarvi la scelta compiuta dai Governi Generali di fare doverosa memoria, nell’anno 150°, dell’Ispirazione del Rogate.
All’origine di noi, figlie e figli di Padre Annibale, giustamente poniamo l’ingresso del Padre Fondatore nel Quartiere Avignone, nella primavera del 1878. Inoltre, Padre Annibale ci ha spiegato che le nostre origini dobbiamo ricercarle nel Primo Luglio 1886, quando il Cuore Eucaristico di Gesù si è degnato di venire ad abitare stabilmente in mezzo a noi come Fondatore, Superiore, Padre e compagno del nostro pellegrinaggio.
Sappiamo che fin dagli inizi nel Quartiere Avignone Padre Annibale ha portato quella ispirazione del Rogate che aveva avuto fin da adolescente e che da giovane ha individuato come la sua missione.
Egli, già, nel 1880 pose nel cuore e sulle labbra dei piccoli e dei poveri quella bella preghiera che inizia con le parole “Cuore compassionevole di Gesù”, che esprime in modo molto chiaro la sua visione teologica sulla ispirazione carismatica del Rogate.
La Positio super virtutibus ci aiuta a focalizzare il contesto, locale e temporale, nel quale il giovane Annibale ha avuto quella ispirazione, che progressivamente è diventata sempre più chiara, e che ha illuminato e mosso tutta la sua esistenza.
Leggiamo che egli aveva la “pia abitudine di visitare ogni giorno il Ss.mo Sacramento esposto per le Quarantore nelle varie chiese di Messina. Un giorno trovandosi nella Chiesa di S. Giovanni di Malta[1] “ebbe in mente questo pensiero dominante cioè che per operarvi il maggior bene nella S. Chiesa, per salvare molte anime, per estendere il regno di Dio sulla terra, nessun mezzo fosse tanto sicuro quanto l’accrescersi di eletti ministri di Dio (…) e che quindi ottima e proficua preghiera da preferirsi sarebbe quella di chiedere instantemente al Cuore Ss.mo di Gesù che mandi sulla terra uomini santi e sacerdoti eletti (…). Questa idea gli pareva molto chiara e indiscutibile. In seguito restò sorpreso e compenetrato nel leggere nel S. Evangelo quelle divine Parole: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi: pregate dunque il padrone della messe, che mandi operai nella sua messe». Questa intuizione‑ispirazione va posta «all’inizio della sua vita spirituale» quando ancora non era maturata in lui la chiamata al sacerdozio.”[2]
Su questa ispirazione del Rogate troviamo una testimonianza di Padre Annibale nella quale spiega che essa è penetrata in lui progressivamente, è nata ai piedi di Gesù Sacramentato e si è radicata sempre di più nel suo contesto naturale, nell’impatto con le turbe “stanche e sfinite come pecore senza pastore” del Quartiere Avignone.
Egli in una lettera del 1923 indirizzata a Pio XI, mentre chiede la benedizione sulla Pia Opera, in modo molto sintetico ne traccia il percorso. Spiega che ha iniziato due Istituti proprio per il Rogate, perché pregassero giornalmente per i buoni operai e quindi diffondessero questa preghiera.
“Prostrato ai piedi del Suo Augusto trono, io qui sottoscritto Canonico Annibale Maria Di Francia da Messina, espongo ed imploro quanto appresso. Dalla mia adolescenza mi sono preoccupato della grande importanza della Preghiera per ottenere dalla divina Misericordia Sacerdoti secondo il Cuore di Dio per la salvezza delle anime.
“Letto in seguito nei Santi Evangeli quel divino Comando: Rogate ergo Dominum Messis ut mittat Operarios in messem suam, ne rimasi sorpreso, e divenuto Sacerdote, dedicatomi ad opere di beneficenza e di Carità per quanto meschinamente ho potuto, presi a coltivare ex professo, quella divina Parola”.
Altre volte Padre Annibale, parlando di sé in terza persona, testimonia questa ispirazione.
“Un giovane nel principio del suo volersi dare a Dio, e quando ancora nulla conosceva di quelle parole del S. Vangelo, ebbe in mente questo pensiero predominante, cioè, che per operarvi il maggior bene nella S. Chiesa, per salvarsi molte anime, per estendersi il Regno di Dio sulla Terra, nessun mezzo fosse tanto sicuro quanto l’accrescersi di eletti Ministri di Dio, di uomini santi, apostolici, secondo il Cuore di Gesù, e che quindi ottima e proficua preghiera da preferirsi sarebbe quella di chiedere instantemente al Cuore SS. di Gesù che mandi sulla Terra uomini santi e Sacerdoti eletti”.[3]
Ancora un riferimento di Padre Annibale a questa importante esperienza della sua vita lo troviamo nell’introduzione alle Preziose Adesioni del 1919. In quella occasione prova a definire questa ispirazione, chiamandola “rivelazione evangelica, idea divina”, ribadisce che essa si pone a fondamento della Pia Opera e sottolinea il legame del Rogate con i poveri.
“Vi fu adunque un tale che ebbe un’attenzione su questo divino comando, prima ancora che lo avesse letto nel Vangelo; ed esordì con questa attenzione la sua carriera della vita. (…)
“Era assai bello che la Rogazione evangelica per ottenere i buoni Operai alla S. Chiesa, risuonava ormai nelle tenere voci dei figliuoli dei poveri, e da quel misero luogo s'innalzava al Cielo, al Trono di Colui che humilia respicit in Cœlo et in terra, et exaudit desiderium paupèrum! (…)
“La chiamiamo rivelazione evangelica, idea divina, - né sarebbe umiltà attenuarla - la quale prevenne e accompagnò il misero Sacerdote iniziatore nella difficoltosa impresa, e che abbiamo considerato e consideriamo siccome la base su cui sorge la Pia Opera, siccome la chiave che ci à aperto qualche Erario delle Divine Misericordie, siccome un segreto delle Divine Grazie desideratissime. Tutto ciò in rapporto all’Opera pia. In rapporto poi alla S. Chiesa Cattolica, in rapporto alla Società, al mondo tutto, questa è il gran mezzo di tutti i beni e di ogni salute nel tempo e nell’Eternità.”[4]
Abbiamo, dunque, questo sacro patrimonio da custodire e ravvivare!
È importante che nel 150° Anniversario dell’Ispirazione del Rogate[5] ci fermiamo insieme, come Famiglia del Rogate, per tre adempimenti: primo, per lodare e ringraziare il Signore per questo grandissimo dono, elargito a noi, alla Chiesa e al mondo; secondo, per guardare allo zelo con il quale Padre Annibale si è prodigato durante tutta la sua esistenza nel vivere e diffondere il Rogate; terzo, per discernere quale dev’essere oggi la nostra testimonianza di membri della Famiglia del Rogate.
Lodare e ringraziare il Signore.
L’Ispirazione del Rogate, come abbiamo appreso, è avvenuta nell’incontro, o meglio nella frequentazione, del giovane Annibale con Gesù in Sacramento.
Non poteva essere diversamente se riflettiamo che nel momento dell’istituzione dell’Eucaristia c’è stata anche quella del Sacerdozio ministeriale. “Ricordatevi - pregava Padre Annibale - che ad un parto gemello d’Infinito Amore nacquero dal vostro bel Cuore questi due sacramenti: «l’Eucaristia e il Sacerdozio»”.[6]
Padre Annibale, inoltre, ci dice che, poiché la Pia Opera “doveva elevare ad istituzione il divino comando” del Rogate, Gesù in Sacramento ha voluto essere il suo “vero fondatore”: “Tutto il centro amoroso, fecondo e doveroso e continuo di questa Pia Opera degl’interessi del Cuore di Gesù, dev’essere Gesù in Sacramento. Deve sapersi e ritenersi, ora e in perpetuo, che questa Pia Opera ha avuto per suo verace, effettivo ed immediato fondatore Gesù in Sacramento. Pare che di questa Pia Opera possa dirsi: Novum fecit Dominus: Dio ha fatto una cosa nuova; in quanto che nelle opere che Dio forma, suole Egli mettervi un fondatore ricco delle sue grazie e dei suoi doni; ma in questa Pia Opera, che doveva elevare ad istituzione il divino comando del divino zelo del suo Cuore, per tanti secoli obliato, può dirsi che Nostro Signore stesso, senza intermediazione di un fondatore nel vero senso della parola, si sia mostrato geloso di essere Egli stesso, dal S. Tabernacolo, il vero fondatore”.[7]
Per queste ragioni la memoria del 150° dell’Ispirazione del Rogate sarà per noi una memoria orante e opportunamente avrà inizio dal Primo Luglio, giorno che come Famiglia del Rogate dedicheremo all’adorazione eucaristica. Come particolare momento di comunione fraterna ci raccoglieremo nelle Comunità nella adorazione eucaristica seguendo lo schema preparato appositamente per questo evento, e che viene allegata alla presente. Inoltre, l’adorazione eucaristica, dovrà caratterizzare le iniziative particolari che successivamente si prenderanno nelle varie Circoscrizioni per commemorare questo evento.
Fare memoria dell’Apostolo del Rogate.
Siamo consapevoli che il nostro Fondatore è un grande Santo, testimone di un grande messaggio per la Chiesa e il mondo di oggi, appunto il messaggio del Rogate che si coniuga mirabilmente con quello della carità.
Dobbiamo riconoscere che Padre Annibale è poco conosciuto intorno a noi e forse noi stessi non abbiamo approfondito, come avremmo dovuto e potuto, la ricchezza del suo messaggio e della sua santità.
Come Padre Annibale ci ha insegnato, il Rogate ci chiama a pregare per ottenere i buoni operai e a diffondere per quanto ci è possibile questa preghiera, oltre che a farla da buoni operai.
Ebbene, nel fare memoria dell’Ispirazione del Rogate cogliamo l’occasione di presentare la figura dell’Apostolo del Rogate, perché l’annunzio del Rogate avviene in modo pieno nella testimonianza di Padre Annibale, attraverso il suo insegnamento e la sua vita.
In che modo e con quali mezzi presentare il nostro santo Fondatore e l’Ispirazione del Rogate? Oggi, il mezzo più popolare è il video, per cui è stata provvidenziale la scelta della Provincia San Luca di produrre la pellicola “Per amore del mio popolo”, che potremo diffondere. Ma oggi, nel contesto multimediale in cui viviamo, certamente i mezzi non mancano. Non dobbiamo dimenticare di farlo nella quotidianità del nostro apostolato, cogliendo l’occasione dalle ricorrenze che fanno riferimento alla sua vita, in particolare la Giornata del Padre Fondatore e la sua festa, diffondendo la conoscenza della sua persona nelle nostre pubblicazioni, realizzando mostre o giornate di studio.
Discernere la nostra testimonianza.
“Per un cristiano non è possibile pensare alla propria missione sulla terra senza concepirla come un cammino di santità, perché «questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione» (1 Ts 4,3). Ogni santo è una missione; è un progetto del Padre per riflettere e incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo”.[8]
Mentre riflettiamo sulla missione di Padre Annibale, quale insigne apostolo della preghiera per le vocazioni e padre degli orfani e dei poveri, siamo esortati da Papa Francesco a concepire la nostra missione sulla terra come un cammino di santità.
Ognuno di noi, nella propria condizione di vita, sacerdotale, consacrata, consacrata nel mondo o laicale, riceve dal Signore una missione.
Dal momento che siamo inseriti, in diverse forme di appartenenza, nella Famiglia del Rogate, dobbiamo cercare di modellarci sulla via di santità di Padre Annibale. Ma ciascuno di noi, come ci ricorda con molta chiarezza il Papa, ha una personale vocazione alla santità e missione nel contesto particolare nel quale lo pone la Provvidenza.
Il nostro è un cammino di santità personale che, tuttavia, si sviluppa nella fraternità, come fratelli e sorelle nel Popolo di Dio.
Cari fratelli e sorelle, vi invitiamo ad accogliere insieme questa opportunità che ci è offerta di fare memoria del 150° dell’Ispirazione del Rogate, come una occasione per approfondire il grande carisma che lo Spirito Santo ha elargito a Padre Annibale e che è stato consegnato a tutti noi per continuare a donarlo alla Chiesa.
Viviamo questo anniversario con fervore, nella partecipazione alle varie iniziative che nelle Circoscrizioni saranno organizzate, possibilmente insieme, fra le diverse componenti della Famiglia del Rogate.
Un punto di riferimento è la città di Messina e la Chiesa di San Giovanni di Malta, dove si ritiene che sia avvenuta l’Ispirazione. Pertanto in quella sede saranno promosse iniziative particolari, a partire dal Primo Luglio, nell’anno commemorativo che si apre in quel giorno e si desidera che rimanga aperto, al di là della scadenza, per iniziative che dovessero essere sviluppate successivamente.
Vi invitiamo a informare i rispettivi Governi Generali circa le iniziative che si prendono nelle Circoscrizioni e nelle Comunità per commemorare questo evento, per poter portarle a conoscenza di tutti per la comune edificazione.
Da parte nostra vi informeremo puntualmente nel momento in cui saranno organizzate iniziative a livello internazionale.
Abbiamo concordato come slogan di questa memoria le parole ROGATE DONO E GRATITUDINE, dono da continuare a donare e costante rendimento di grazie al Signore per il dono ricevuto. Ugualmente sarà bene utilizzare il logo che è stato preparato.
Formuliamo l’augurio più fervido che questa memoria dell’Ispirazione del Rogate possa ravvivare in ciascuno di noi lo zelo del Rogate, che ha segnato il nostro santo Fondatore e i suoi primi collaboratori, la Venerabile Madre Nazarena Majone, P. Francesco Vitale e P. Pantaleone Palma, e impetrando la benedizione dei Divini Superiori, vi salutiamo con affetto nel Signore.
Madre M. Teolinda Salemi, FDZ P. Bruno Rampazzo, R.C.J.
Superiora Generale Superiore Generale
[1] II grandioso tempio di S. Giovanni di Malta sorgeva dove oggi è sita la Prefettura. La Chiesa attuale risponde all’abside della vecchia abbattuta dal terremoto del 1908. Cfr. G. foti, Storia, Arte e Tradizione nelle chiese di Messina, Messina 1983, sub voce.
[2] Positio, Informatio, vol. 1, pag. 48.
[3] Scritti, vol. V, Regolamenti, pag. 703.
[4] Preziose Adesioni 1919, p. 7.
[5] Positio, Cronologia, vol. II, 1868. All’età di 17 anni ottiene dal suo confessore il permesso di ricevere quotidianamente l’Eucaristia. Nello stesso periodo, nella chiesa di S. Giovanni di Malta a Messina, pregando innanzi al SS. Sacramento esposto in forma di Quarantore, intuisce la necessità di pregare per le vocazioni. Ha quella che si può definire «Intelligenza del Rogate». Qualche tempo dopo, scopre nel Vangelo (Mt. 9,38 e Lc. 10,2) il comando di Gesù: « Rogate ergo Dominum messis ut mittat operarios in messem suam ». Vitale, pp. 14‑15, 43‑44, 155; cfr. PA, p. 8; Tusino, AP, p. 111; Tusino, NMN, pp. 53‑54; APR, 14‑595, 24‑1229, 61‑4345.
[6] Scritti, vol. II, Preghiere al Signore, pag. 295.
[7] Scritti, vol. VI, Regolamenti, pag. 396.
[8] Gaudete et Exultate, 19.
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